Boss della ‘ndrangheta ai domiciliari: il caso di Ernesto Fazzalari suscita polemiche e dubbi sulla giustizia.

Ernesto Fazzalari, il temuto boss della ‘ndrangheta, è stato recentemente concesso ai domiciliari a causa di una malattia incurabile e aggressiva che lo affligge. Questa decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna in seguito all’annullamento di tre ordinanze che rigettavano la possibilità del differimento della pena o della concessione della detenzione domiciliare. L’avvocato Antonino Napoli ha presentato ricorsi che sono stati accolti dalla Corte di Cassazione, consentendo così a Fazzalari di trascorrere il tempo rimanente in libertà vigilata.Dopo essere stato arrestato nel 2016 a Molochio, in provincia di Reggio Calabria, Fazzalari era diventato uno dei latitanti più ricercati d’Italia, second only to Matteo Messina Denaro. Dopo nove anni trascorsi nel regime carcerario del 41 bis e una condanna all’ergastolo nel processo Taurus, la sua pena è stata successivamente ridotta a 30 anni dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria.Il trasferimento di Fazzalari presso il centro diagnostico e terapeutico del carcere di Parma ha giocato un ruolo determinante nella decisione delle autorità giudiziarie. Questo nuovo sviluppo nella vicenda del boss mafioso ha destato polemiche e dibattiti sull’efficacia del sistema penitenziario italiano e sulla gestione dei detenuti pericolosi.La malattia che affligge Ernesto Fazzalari rappresenta un ulteriore capitolo oscuro nella sua storia criminale e solleva interrogativi sulla natura della giustizia e sulla compassione umana anche nei confronti dei criminali più spietati. La sua assegnazione ai domiciliari segna una svolta significativa nella sua vita e nell’immaginario collettivo legato alla criminalità organizzata in Italia.