Tragedia a Borgo Valbelluna: Bambina di 2 anni muore, indagini in corso.

La tragica scomparsa di una bambina di soli due anni a Borgo Valbelluna ha scosso profondamente la comunità, sollevando interrogativi urgenti sulla gestione clinica e la diagnosi precoce di patologie infettive potenzialmente letali.
L’autopsia, eseguita da un team di esperti anatomopatologi su disposizione della Procura della Repubblica di Belluno, ha confermato che la causa del decesso è stata una meningoencefalite acuta, provocata dallo *Streptococcus pneumoniae*, un batterio comune ma capace di innescare infezioni gravissime, soprattutto nei bambini piccoli.
L’indagine, avviata a seguito di un dettagliato esposto presentato dai genitori della piccola, è ora focalizzata sul comportamento del medico pediatra di guardia al pronto soccorso di Feltre, un professionista esterno con una lunga carriera ma la cui decisione di dimettere la bambina sta al centro delle verifiche.
Il referto medico, che descriveva l’assenza di segni clinici caratteristici della meningite e una febbre lieve, contrasta con le ripetute segnalazioni dei genitori, che avevano documentato episodi di febbre alta, misurata fino a 39°C, nei giorni precedenti.

Questa discrepanza evidenzia una potenziale lacuna nella valutazione iniziale della bambina e solleva dubbi sulla completezza dell’anamnesi raccolta.

La meningoencefalite da *Streptococcus pneumoniae*, se diagnosticata tempestivamente, è generalmente trattabile con un adeguato ricovero ospedaliero, un’idratazione supportiva e un regime antibiotico ad ampio spettro, mirato a contrastare l’aggressività del batterio.
La mancata identificazione della gravità della condizione e il successivo invio a casa, con la sola prescrizione di farmaci sintomatici, hanno privato la piccola della possibilità di ricevere il trattamento appropriato in ambiente ospedaliero, dove sarebbero state disponibili risorse e competenze specialistiche per monitorare attentamente l’evoluzione della malattia e intervenire tempestivamente in caso di peggioramento.
Questo episodio riapre un dibattito cruciale sull’importanza di una formazione continua per i professionisti sanitari, soprattutto in relazione alla diagnosi differenziale tra diverse patologie febbrili infantili, e sulla necessità di una comunicazione chiara e trasparente tra medico e famiglia, che consenta ai genitori di esprimere in modo preciso le proprie preoccupazioni e di ricevere spiegazioni dettagliate sulla diagnosi e sul piano terapeutico.

La Procura, nell’ambito delle indagini, dovrà accertare se la condotta del medico ha comportato una negligenza o un errore professionale, e se tali elementi abbiano contribuito alla morte della bambina.
L’evento rappresenta una profonda ferita per la comunità e un monito per l’intero sistema sanitario.

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