Addio emozionante all’emittente televisiva pubblica: un mix di nostalgia e entusiasmo per il futuro.

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Scatoloni ben sigillati, contenenti non solo documenti e libri ma anche ricordi impresse su foto, oggetti vari raccolti con cura dalla scrivania durante gli ultimi frenetici giorni di lavoro. Uno sguardo commosso ai corridoi lunghi e silenziosi, tutti simili tra loro con le loro decine di porte numerate ai lati. Un’ultima pausa pranzo alla mensa dell’ottavo piano, luogo dai prezzi spesso contestati e oggetto di inchieste e discussioni accese nel tempo, seguita da un caffè al bar, vero e proprio depositario di mille chiacchiere e pettegolezzi sulle vicende dell’ufficio.Una passeggiata rilassante al pian terreno per ammirare la bellezza della Sala degli Arazzi, la graziosa corte interna con il suo giardino all’italiana e le eleganti decorazioni del controsoffitto metallico che conferiscono un tocco di classe all’ambiente. Infine, il momento di varcare le imponenti vetrate dell’ingresso principale, affacciandosi sul cortile che accoglie la statua del Cavallo morente, simbolo indiscusso della emittente televisiva pubblica.I cancelli d’ingresso socchiusi appena quanto basta a lasciar intravedere l’esterno, quasi a voler sottolineare un distacco netto dal viale antistante spesso teatro di proteste e manifestazioni. Un addio carico di emozioni miste tra nostalgia per i momenti vissuti in quel luogo e l’entusiasmo per nuove avventure che si prospettano all’orizzonte.

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