Vandalismo alla mostra Anarkikka: atto vile contro la lotta alla violenza

Un atto di deliberato scempio ha colpito la mostra di Anarkikka a Feltre, un evento dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e dedicato a sensibilizzare la comunità su un tema cruciale.

L’azione vandalica, perpetrata a poche ore dall’inaugurazione e dall’allestimento dei pannelli espositivi presso il Centro giovani del campus di Borgo Ruga, rappresenta una ferita profonda non solo per l’artista, Stefania Spanò, ma per l’intera città e per l’impegno civile che si sforza di promuovere.
Questo gesto, ben lungi dall’essere un mero atto di disturbo, si configura come una dichiarazione di intenti, un tentativo di soffocare voci che denunciano le disuguaglianze di genere e di delegittimare un percorso di consapevolezza collettiva.

L’offesa rivolta all’opera di Anarkikka, illustratrice capace di trasformare la narrazione della violenza in un potente strumento di denuncia e di speranza, è un attacco diretto a chiunque creda nella giustizia, nel rispetto e nella parità.
Le reazioni da parte delle organizzazioni sindacali, Cisl e Uil, sono state immediate e veementi.

Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, esprime un profondo turbamento, sottolineando come questo episodio riveli una frattura più ampia all’interno della comunità feltrese.
Non si tratta semplicemente di un atto vandalico, ma di un segnale di una crisi di valori, di una mancanza di cura e di attenzione verso il bene comune.
La richiesta di maggiore vigilanza e di una profonda riflessione sulla gestione della vita pubblica è un appello urgente a non cedere alla rassegnazione e a recuperare un senso di responsabilità condivisa.

Francesco Orrù, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, condanna l’azione come un atto “odioso” che colpisce emblematicamente un’artista simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, amplificandone la gravità e la meschinità.
L’evento vandalico, innescato da dinamiche ancora oscure ma sicuramente radicate in pregiudizi e in una profonda incomprensione del ruolo dell’arte come strumento di cambiamento sociale, non farà altro che rafforzare l’impegno di sindacati e organizzazioni a contrastare la violenza di genere.

L’episodio non deve essere considerato un fallimento, ma piuttosto un campanello d’allarme.

Un’occasione per riaffermare con forza i valori di rispetto, dignità, dialogo e responsabilità, pilastri fondamentali per la costruzione di una società più giusta ed equa.

È imperativo che la comunità senta la necessità di un profondo ripensamento dei propri modelli culturali, promuovendo l’educazione alla parità di genere fin dalla prima infanzia e sostenendo attivamente tutte le iniziative volte a contrastare la violenza in ogni sua forma.
La resilienza della città, la forza del suo impegno civile e la creatività dei suoi artisti saranno cruciali per superare questo momento e per continuare a costruire un futuro di speranza e di progresso.

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