Il voto popolare in Veneto alle elezioni regionali ha registrato un’astensione significativa, con un’affluenza finale attestata al 44,6%.
Questo dato, rilevato dall’Osservatorio elettorale del Consiglio regionale, segna un netto calo rispetto alla partecipazione democratica riscontrata nel 2020, quando il 61,1% degli aventi diritto si era recato alle urne.
La differenza, che si traduce in un decremento di ben 16,5 punti percentuali, solleva interrogativi cruciali sulla salute della democrazia locale e sulla percezione, da parte dei cittadini, del ruolo e dell’importanza delle istituzioni regionali.
Questa diminuzione dell’affluenza non è un fenomeno isolato.
Si inserisce in un contesto più ampio di disaffezione politica che affligge diverse realtà italiane e internazionali.
Numerosi fattori possono aver contribuito a questo calo, tra cui la crescente complessità delle tematiche politiche, la percezione di una distanza tra i cittadini e i rappresentanti eletti, la disillusione verso i partiti tradizionali e la frammentazione del panorama politico.
L’astensionismo, infatti, non è solo un dato statistico, ma un sintomo di una più profonda crisi di fiducia nelle istituzioni.
Riflette una crescente sensazione di impotenza di fronte a problematiche complesse come la crisi climatica, la disuguaglianza sociale, l’instabilità economica e l’incertezza del futuro.
La disaffezione, alimentata anche dalla disinformazione e dalla polarizzazione del dibattito pubblico, può portare a una progressiva erosione della legittimità democratica.
Un’analisi più approfondita dei dati potrebbe rivelare differenze significative nell’astensionismo tra diverse aree geografiche del Veneto, fasce d’età e livelli di istruzione.
Ad esempio, si potrebbe indagare se l’astensione sia più marcata tra i giovani, spesso più sensibili alle tematiche globali e meno coinvolti nella politica locale, o tra le fasce di popolazione più disagiate, che potrebbero percepire una distanza tra le promesse elettorali e la realtà vissuta.
È fondamentale che le istituzioni regionali prendano atto di questo segnale di allarme e si impegnino in un percorso di risana della fiducia dei cittadini.
Ciò implica non solo una maggiore trasparenza e accountability nell’azione amministrativa, ma anche un’effettiva capacità di ascolto e di risposta alle esigenze della popolazione.
Inoltre, è necessario promuovere una maggiore educazione civica e politica, soprattutto tra i giovani, per incentivare la partecipazione democratica e rafforzare il senso di appartenenza alla comunità regionale.
La vitalità della democrazia locale dipende, in ultima analisi, dalla capacità di coinvolgere attivamente tutti i cittadini, valorizzando le loro voci e rispondendo alle loro aspettative.
Ignorare l’astensionismo significa mettere a rischio la stessa legittimità del sistema politico e compromettere il futuro del Veneto.








