Inquinamento da Pfas nella Val di Susa: richieste di ulteriori indagini e studi autonomi del Cnr. Apprensione tra i cittadini per la presenza di composti perfluoroalchilici nelle acque della valle.

Date:

03 febbraio 2025 – 07:45

Nonostante le assicurazioni delle istituzioni, i residenti e il Comitato per l’acqua pulita richiedono ulteriori indagini per identificare le cause dell’inquinamento. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche avvierà studi autonomi. La presenza di Pfas nelle acque della Val di Susa è motivo di preoccupazione a seguito delle analisi che hanno ripetutamente evidenziato la presenza di questi composti perfluoroalchilici nelle fonti idriche di vari comuni della valle. Queste sostanze, impiegate in numerose produzioni industriali e potenzialmente dannose per la salute umana, stanno contaminando le acque della valle suscitando apprensione tra i cittadini.Nonostante gli incontri tra sindaci, Unioni montane, Asl e Smat per sensibilizzare le autorità competenti sulla questione, l’inquietudine dei cittadini non accenna a diminuire. I primi segnali d’allarme riguardo ai Pfas nella Valle risalgono al termine del 2023 quando le analisi condotte dalla Società metropolitana delle acque hanno rilevato la presenza sporadica di questi composti da Villar Dora e Caselette fino a Oulx e Bardonecchia, passando per Gravere, Chiomonte e Bussoleno. Fortunatamente i livelli rilevati sono al di sotto dei limiti considerati sicuri per il consumo umano.Nonostante le rassicurazioni fornite da Smat e Regione in diverse occasioni, le Unioni dei Comuni e il Comitato popolare per l’acqua pulita chiedono ulteriori verifiche sulla presenza dei Pfas nella Valle, soprattutto considerando che alcune varianti come i Pfoa sono potenzialmente cancerogene. Analisi indipendenti condotte da Greenpeace hanno recentemente riportato l’attenzione sul problema evidenziando valori significativamente elevati in alcune località della Valle pur rimanendo entro i limiti legalmente consentiti.Smat ribadisce che l’acqua in provincia di Torino è sicura mentre Utilitalia sottolinea che la qualità dell’acqua erogata in Italia è tra le migliori d’Europa. Tuttavia, tali rassicurazioni non sono sufficienti per il Comitato per l’acqua pulita valsusino che continua a sollecitare azioni concrete per individuare le fonti dell’inquinamento. Le Unioni montane hanno accelerato i tempi per commissionare al Cnr studi indipendenti sui Pfas nella Val Susa affidandosi a esperti riconosciuti nel settore.L’avvio di queste indagini rappresenta un segnale positivo accogliuto dal Comitato alla vigilia dell’assemblea pubblica prevista a Bussoleno il 6 febbraio alle ore 20:45. Si auspica una proficua collaborazione con il CnrIrsa per condurre analisi ambientali mirate a comprendere come il Pfoa si diffonda nelle acque della Valle al fine di adottare misure efficaci contro questa forma di inquinamento.

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