31 gennaio 2025 – 14:33
Il 18 gennaio di quest’anno, la Corte emise un provvedimento riguardante il caso di Almasri, che si trovava in Europa. Il mandato fu inviato a sei paesi e il libico venne arrestato dalla polizia in un albergo a Torino solo 24 ore dopo. Dopo essere stato rilasciato, gli fu notificato un decreto di espulsione firmato dal ministro degli Interni e fu riportato a Tripoli a bordo di un aereo di Stato. La Corte di giustizia europea contestò questa decisione sostenendo che l’Italia non aveva rispettato le procedure richieste.I giudici della Corte penale dell’Aja si dichiararono irritati per il rilascio improvviso di Almasri senza consultazione e chiesero spiegazioni formali al governo italiano, ribadendo l’importanza della cooperazione degli stati con la Corte nelle indagini penali. La presidente del Consiglio italiano successivamente fornì la propria versione dei fatti, evidenziando una tempistica anomala da parte dell’Aja nel rilasciare un mandato d’arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli proprio mentre stava entrando in Italia dopo aver trascorso tranquillamente 12 giorni in altri tre Stati europei.La vicenda del caso Almasri sollevò interrogativi sulla corretta gestione delle procedure legali e sulla cooperazione internazionale nel campo della giustizia penale, evidenziando la complessità e le sfide nell’applicare normative condivise su scala globale.