La lotta contro la mutilazione genitale femminile rappresenta una sfida cruciale per difendere i diritti umani e la dignità delle donne in tutto il mondo. Questa pratica aberrante, che lascia segni indelebili sul corpo e sulla psiche delle vittime, coinvolge attualmente più di 230 milioni di ragazze e donne, con la terribile prospettiva che altre 27 milioni possano subirla entro il 2030 se non si agisce tempestivamente.In occasione della giornata internazionale di tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili, Catherine Russell dell’Unicef, Tedros Adhanom Ghebreyesus dell’Oms e Natalia Kanem dell’Unfpa hanno unito le proprie voci per esortare ad accelerare gli sforzi nella lotta contro questa pratica barbara. È fondamentale consolidare le alleanze esistenti e promuovere un movimento globale che ponga fine a questa forma estrema di violenza di genere.Nonostante alcuni segnali positivi, come il calo della prevalenza in paesi come il Kenya e l’Uganda, è evidente che i progressi ottenuti sono fragili. In alcuni contesti, come in Gambia, persistono tentativi di revocare leggi che vietano la mutilazione genitale femminile, mettendo a rischio i diritti delle donne.Per contrastare efficacemente questa piaga sociale, è necessario un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti. È urgente aumentare gli investimenti per implementare interventi comprovati ed ampliare la copertura dei servizi di prevenzione e protezione. Solo attraverso una maggiore responsabilità a tutti i livelli e un impegno congiunto sarà possibile raggiungere l’obiettivo ambizioso di porre fine alle mutilazioni genitali femminili entro il 2030.
La lotta contro la mutilazione genitale femminile: una sfida cruciale per i diritti umani e la dignità delle donne.
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