Rivolta e barricata nel carcere delle Vallette: detenuti in protesta chiedono aiuto ai media.

Date:

07 febbraio 2025 – 02:45

Dopo una serie di trattative infruttuose che si sono protratte per sei ore e sedici dall’inizio dell’occupazione, i detenuti della terza sezione del blocco A del carcere delle Vallette hanno eretto barricate sin dal pomeriggio precedente. Questa occupazione con barricata è durata due giorni, precisamente dal 10 all’11 febbraio del 2022. Sono dieci gli indagati coinvolti in questa vicenda, i quali dovranno affrontare un processo in primavera con l’accusa di violenza e resistenza nei confronti delle autorità pubbliche. Gli avvocati difensori negano categoricamente l’uso della violenza, sostenendo che l’atto di occupare una sezione non implica necessariamente l’utilizzo della forza, ma piuttosto rappresenta un gesto dettato dalla disperazione, come espresso nella tesi difensiva. I giovani detenuti hanno dichiarato ai poliziotti penitenziari di essere privi di assistenza medica, psicologica ed educativa, mentre si barricano dietro le porte chiuse della sezione carceraria. Secondo quanto riportato nella relazione del Nucleo investigativo della polizia penitenziaria, uno dei detenuti ha bloccato la serratura d’ingresso con un mestolo, mentre altri sette hanno accumulato oggetti per ostacolarne l’apertura. È emerso che il gruppo aveva pianificato attentamente le azioni da intraprendere al fine di garantire il successo del piano criminoso, avendo precedentemente condiviso una petizione tra tutti i detenuti coinvolti. Alcuni detenuti sono stati costretti a firmare la petizione contro la loro volontà. Quando i detenuti si sono barricati all’interno della sezione carceraria, hanno esposto un cartello fuori dal cancello recante la scritta “Solo giornalisti”, manifestando così il desiderio di parlare con i media per denunciare le condizioni in cui vivono all’interno del carcere. Dopo sei ore di negoziazione andate a vuoto, i detenuti hanno minacciato di appiccare il fuoco a tutto se non fossero stati accontentati nella richiesta di avere contatti con i giornalisti. Lo sgombero è stato effettuato il giorno successivo poiché gli agenti dovevano rispettare un periodo minimo di riposo di sei ore prima dell’intervento. La lettera che i detenuti intendevano consegnare ai giornalisti iniziava con le parole: “La situazione è diventata insostenibile. Siamo costretti a barricarci. Il problema principale riguarda l’assistenza sanitaria”.

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