08 febbraio 2025 – 08:20
Il decesso di Andrea Pagani Pratis in carcere a Ivrea per un edema polmonare ha scosso l’opinione pubblica. Il tragico evento avvenuto il 7 gennaio dell’anno scorso ha portato all’apertura di un’inchiesta che coinvolge tre medici responsabili della sua cura. Zakaria Abdalla Jabur Mutlag, Edoardo Tappari e Giovanni Dal Vecchio sono i professionisti sotto accusa, difesi rispettivamente dagli avvocati Alberto Bazzani, Roberto Rossi e Roberto Longhin.La Procura di Ivrea, rappresentata dalla pm Valentina Bossi, ha concluso le indagini sulla morte del detenuto di 47 anni e ha ipotizzato una responsabilità colposa da parte dei medici nell’esercizio della professione sanitaria. Secondo la ricostruzione degli eventi, il dottor Mutlag non avrebbe effettuato una visita medica completa nonostante le gravi condizioni lamentate da Pagani Pratis da diversi giorni.Le accuse mosse ai tre sanitari sono gravissime e potrebbero portare ad un processo che metterà in discussione la qualità delle cure offerte all’interno del sistema carcerario. Tappari sembra essere incline a collaborare con la pm Bossi per chiarire la propria posizione e dimostrare la correttezza delle sue azioni durante l’assistenza al paziente deceduto.La vicenda di Pagani Pratis solleva importanti questioni etiche e legali riguardanti la tutela della salute dei detenuti e la responsabilità dei professionisti medici nel garantire un adeguato livello di assistenza. La speranza è che questo caso tragico possa portare a una maggiore attenzione verso le condizioni sanitarie all’interno delle carceri italiane e a una maggiore vigilanza sulle pratiche mediche adottate in questi contesti particolari.