Vietata l’Intelligenza Artificiale Cinese nei Ministeri Giapponesi

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Il governo giapponese ha emesso una direttiva che vieta ai dipendenti dei ministeri e delle agenzie governative di utilizzare l’intelligenza artificiale sviluppata dalla startup cinese DeepSeek, a causa di preoccupazioni legate alla gestione delle informazioni personali. Questa decisione è stata comunicata dal capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi durante una conferenza stampa tenutasi contemporaneamente alla partenza del premier nipponico Shigeru Ishiba per gli Stati Uniti, dove si terrà un vertice con il presidente Donald Trump.Le istituzioni governative che fanno uso di applicazioni legate all’intelligenza artificiale generativa dovranno ottenere un’approvazione preventiva all’interno della propria organizzazione, specificando chiaramente l’ambito e gli obiettivi d’uso. Hayashi ha dichiarato che i ministeri e le istituzioni competenti affronteranno insieme la questione dell’intelligenza artificiale, compresa l’app DeepSeek, e che saranno stabiliti quadri internazionali di cooperazione con altre istituzioni governative per scambiare informazioni in merito.DeepSeek, con il suo software di intelligenza artificiale relazionale diventato rapidamente l’app più popolare sull’Apple Store, continua a suscitare grande interesse soprattutto tra gli alleati degli Stati Uniti. Nonostante i costi di sviluppo inferiori rispetto ai colossi americani del settore, ha superato in diversi indicatori di prestazione la concorrente Chat GPT di OpenAI, lanciata lo scorso anno con ingenti investimenti. Le recenti decisioni adottate in Giappone seguono quelle simili prese da Corea del Sud, Taiwan e Australia. In Italia il Garante della privacy ha richiesto informazioni all’app cinese per chiarire vari aspetti relativi al trattamento dei dati personali degli utenti e ai potenziali rischi per i cittadini italiani.Gli analisti ritengono che si tratti solo dell’inizio di una battaglia per il dominio tecnologico nell’ambito dell’intelligenza artificiale tra Stati Uniti e Cina. Washington sta cercando di limitare le vendite alle aziende cinesi dei chip più avanzati come parte di questa strategia.

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