ZES Umbria: Un’occasione persa per lo sviluppo regionale

Un’occasione mancata per rispondere efficacemente alle istanze cruciali del tessuto imprenditoriale umbro: questo il tono della nota congiunta dei gruppi Pd, M5s, Avs e Umbria domani-Proietti, in merito al respingimento di una mozione unitaria volta a sollecitare una revisione della perimetrazione della Zona Economica Speciale (ZES).

La discussione sulla ZES rappresentava un momento di svolta, un’opportunità concreta per imprimere una spinta decisa allo sviluppo economico dell’Umbria.

I consiglieri di maggioranza avevano proposto un ordine del giorno volto a conferire alla Presidente della Regione il mandato formale di avviare un processo di modifica della Carta degli Aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027.
L’obiettivo era ambizioso ma realizzabile: l’inclusione di ulteriori comuni, o porzioni di essi, all’interno del perimetro della ZES, garantendo così l’accesso al credito d’imposta per le aziende operanti in quei territori.
Una proposta pragmatica, focalizzata sull’interesse regionale, che ha trovato un inatteso rifiuto da parte della coalizione di centrodestra.

Questa decisione appare ancor più incomprensibile se si considera il recente cambio di rotta a livello governativo, con esponenti di spicco che hanno pubblicamente riconosciuto la possibilità e la percorribilità di una revisione della Carta.
Non si può ignorare, inoltre, il coro di voci, provenienti da sindaci di diversa estrazione politica, che già nel 2021 avevano espresso riserve sulla delimitazione territoriale definita dalla Giunta Tesei.

Queste voci, rivolte alla Presidente Proietti, chiedevano, e continuano a chiedere, la possibilità di una revisione, prendendo esempio da altre regioni che hanno adottato un approccio più flessibile nella delimitazione, valutando porzioni comunali anziché l’intero territorio.

Richieste che, in precedenza, erano state liquidate con superficialità da esponenti politici locali, che proclamavano l’impossibilità di una modifica, per poi essere contraddetti dalle recenti aperture del Governo nazionale.
La questione, dunque, non è meramente retorica: sia il quadro normativo vigente che le dichiarazioni provenienti dall’esecutivo nazionale sembrano offrire una risposta chiara e incoraggiante: una revisione della Carta è possibile, a condizione di rispettare i criteri stabiliti dalla Commissione europea.
Di fronte a un’opportunità tangibile per rafforzare la competitività delle nostre aree produttive, la minoranza ha privilegiato la logica dello scontro ideologico a un approccio responsabile e orientato al bene comune.
Si è persa un’occasione preziosa per presentarsi al Governo con un fronte unito, rivendicando con forza le necessità impellenti delle imprese umbre.

I consiglieri di maggioranza ribadiscono l’impegno a non lasciare l’Umbria ai margini dello sviluppo, sottolineando l’importanza di visione strategica, serietà e di una battaglia condivisa a sostegno dei nostri distretti produttivi.
Si auspica un ripensamento da parte della minoranza, affinché si riconosca il valore di una rappresentanza coesa e unita nel confronto con il Governo, al fine di tutelare concretamente le imprese e i territori.
La porta al dialogo rimane aperta, nonostante la scelta, ad oggi, di un percorso diverso.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap