13 febbraio 2025 – 10:01
Situata sulle pendici delle Alpi Graie, a un’oretta di cammino da Rhêmes Notre Dame, si trova la suggestiva frazione di Chaudanaz. Questo piccolo borgo, un tempo abitato da ottanta persone, è circondato da baite sepolte sotto uno spesso strato di neve, che si raccolgono attorno a una fontana dalla quale sgorga incessantemente acqua cristallina. Il nome stesso della frazione, Chaudanaz, rivela l’origine di questa sorgente inesauribile: “Chaud” indica infatti che l’acqua è più calda rispetto alla neve e al ghiaccio circostanti.Sebbene oggi Chaudanaz sia disabitata, i segni della vita passata sono ancora visibili in ogni angolo del borgo. Il vecchio forno dove veniva cotto il pane per tutta la comunità, la rastrelliera per le pagnotte appena sfornate e i sentieri lastricati che si snodano tra le antiche case sono testimonianze tangibili di un tempo ormai trascorso ma non dimenticato.Questi frammenti di storia costituiscono parte integrante del vasto patrimonio naturale e culturale preservato dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, il più antico d’Italia. Con i suoi 70 mila ettari di territorio montuoso situato tra Piemonte e Valle d’Aosta, il parco ospita una straordinaria biodiversità che include specie come camosci, stambecchi, volpi, marmotte e lupi. Durante le notti silenziose dell’inverno, questi animali selvatici solcano con eleganza il candido manto nevoso alla ricerca di cibo e riparo.Chaudanaz rappresenta quindi non solo un luogo fisico ma anche un simbolo della connessione tra l’uomo e la natura selvaggia delle Alpi. In questo scenario incantato dove il tempo sembra essersi fermato, ogni pietra racconta una storia antica e ogni fiocco di neve cela segreti millenari che attendono pazientemente di essere svelati.
