Il presepe di sabbia di Jesolo, “Jesolo Sand Nativity”, si erge come un’opera significativa, un’eco spirituale che risuona con l’eco del “Cantico delle Creature” di San Francesco, celebrando un anniversario di profonda rilevanza.
L’evento, più di una semplice inaugurazione, si configura come un atto di fede nella possibilità di un dialogo interreligioso costruttivo, un ponte tra culture diverse che converge verso un obiettivo comune: la pace.
La cerimonia, svoltasi il primo dicembre, ha visto la partecipazione di figure emblematiche delle cinque maggiori tradizioni religiose: fra Diego Taddei, portavoce del Cristianesimo; Miriam Camerini, rappresentante della comunità Ebraica; Hamdan Al Zeqri, esponente dell’Islam; Gigliola Sartor, voce dell’Induismo; e Maria Angela Falà, interprete del Buddhismo.
Accompagnati dal Sindaco Christofer De Zotti e dal Presidente del Consiglio comunale Lucas Pavanetto, la presenza degli studenti delle classi quinte del liceo classico linguistico ‘Eugenio Montale’ di San Donà di Piave e dell’istituto alberghiero ‘Elena Cornaro’ di Jesolo, ha conferito all’evento una dimensione di speranza nel futuro.
L’iniziativa non si è limitata all’esposizione artistica; un convegno preliminare, promosso dall’associazione culturale Monsignor Giovanni Marcato, ha gettato le basi concettuali dell’opera.
Il tema, “Pace con la terra, pace sulla Terra”, ha stimolato una riflessione profonda sul rapporto tra l’uomo e il creato, sulla responsabilità condivisa di custodire il pianeta e di promuovere la giustizia sociale.
L’associazione ha saputo orchestrare un momento di confronto, invitando a considerare la pace non come un’assenza di conflitto, ma come un processo attivo di costruzione di relazioni armoniose, basate sul rispetto reciproco e sulla comprensione delle diversità.
Gli studenti, protagonisti attivi del processo creativo, hanno distillato in un’immagine simbolica l’essenza dell’ospitalità jesolana.
Le due mani aperte, un gesto universale di accoglienza, si riempiono di sabbia, elemento primordiale e malleabile, che plasma la rappresentazione di Jesolo e Venezia.
L’aggiunta della frase “L’ospitalità di Jesolo per una cultura di Pace” sigilla il messaggio centrale dell’opera: l’accoglienza come strumento di dialogo e di comprensione tra culture, un imperativo morale per la costruzione di un futuro pacifico.
Il gesto finale, quello dell’aggiunta dei pensieri di pace da parte dei rappresentanti religiosi sul retro dell’immagine, ha elevato il presepe a simbolo di un impegno comune.
Non si tratta solo di un’opera d’arte effimera, destinata a essere spazzata via dalle onde del mare, ma di un monito a coltivare costantemente i valori di tolleranza, compassione e solidarietà, radicati nel cuore di ogni fede e in ogni cultura.
Il “Jesolo Sand Nativity” si configura quindi come un’opera che parla al cuore, un invito a riscoprire il significato profondo dell’ospitalità e a costruire, insieme, un mondo più giusto e pacifico.






