La caduta della Torre dei Conti, un episodio tragico avvenuto il 3 novembre scorso nel cuore dei Fori Imperiali, ha innescato un’indagine giudiziaria di stringente urgenza.
La Procura di Roma, con la gravità di un evento che ha portato alla perdita di una vita – quella di un operaio di 66 anni – ha intensificato gli sforzi per accertare le responsabilità.
L’inchiesta, rubricata per disastro colposo e omicidio colposo, si avvale di un approccio multidisciplinare volto a ricostruire la sequenza degli eventi e individuare eventuali negligenze o errori procedurali che hanno contribuito al crollo.
Attualmente, quattro figure professionali sono state formalmente collegate all’indagine tramite iscrizione nel registro degli indagati.
Tra queste spiccano tre architetti, che rivestono ruoli chiave nella progettazione e supervisione del complesso monumentale.
Tra loro, particolare attenzione è rivolta al responsabile tecnico del progetto, la cui figura assume una responsabilità primaria nell’assicurare la sicurezza e la conformità delle opere.
L’iscrizione di un ingegnere completa il quadro degli indagati, sottolineando la complessità delle competenze coinvolte nella gestione di un intervento di tale portata, che impatta su un contesto archeologico di inestimabile valore storico e culturale.
L’indagine non si limita alla mera accertamento della colpa individuale.
Si pone l’obiettivo di analizzare il sistema complessivo di controlli e verifiche applicato al progetto, esaminando i rapporti tra la committenza, i progettisti, le imprese esecutrici e gli organi di vigilanza.
In particolare, si intende valutare l’adeguatezza delle indagini geologiche preliminari, la corretta applicazione delle normative antisismiche, l’efficacia dei sistemi di monitoraggio strutturale e la conformità delle procedure di sicurezza sul lavoro.
La Torre dei Conti, parte di un più ampio complesso monumentale in fase di restauro e riqualificazione, rappresenta una sfida complessa per l’archeologia moderna.
La sua posizione, incastonata in un contesto urbano saturo di infrastrutture e testimonianze storiche, impone un approccio particolarmente delicato e tecnicamente sofisticato.
Il crollo, pertanto, solleva interrogativi cruciali sulla gestione del rischio in aree archeologiche di pregio, sulla necessità di aggiornare le metodologie di intervento e sulla responsabilità collettiva di preservare il patrimonio culturale nazionale.
L’inchiesta, oltre a perseguire le responsabilità penali, mira a fornire risposte chiare e concrete alla comunità, contribuendo a prevenire il ripetersi di simili tragedie e a rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione nel settore delle costruzioni e del restauro monumentale.
L’attenzione si concentrerà, inoltre, sulla valutazione delle implicazioni assicurative e risarcitorie derivanti dall’evento, garantendo il giusto riconoscimento ai familiari della vittima e a tutti coloro che hanno subito danni a seguito del crollo.





