“La speranza rinasce nel fitto bosco: ritrovati occhiali e ossa di Mara Favro”

Date:

22 febbraio 2025 – 23:45

Nel fitto bosco tra Gravere e Susa, un paio di occhiali da sole si trovava incastrato tra i rovi, insieme a delle ossa lunghe che potevano appartenere a una donna. Era passato quasi un anno dalla scomparsa di Mara Favro quando finalmente le tracce emerse dai boschi spogli e freddi offrirono una nuova speranza agli investigatori. Il periodo era propizio, le foglie erano cadute e ogni dettaglio diventava più visibile.Gli occhiali ritrovati nel groviglio di rami e rovi marroni sembravano essere simili a quelli di Mara, portando una scintilla di speranza nell’indagine. I carabinieri del nucleo investigativo di Torino non erano sul posto per caso: il cellulare della ragazza aveva agganciato l’ultima cella proprio in quella zona impervia vicino al fiume Dora prima di spegnersi misteriosamente.Con l’aiuto di nuove tecnologie di ricerca più sofisticate, le squadre hanno rinvenuto anche delle ossa che sono state sequestrate per ulteriori analisi. Nonostante il numero limitato e la mancanza del cranio, queste scoperte hanno riaccenderso la speranza di trovare Mara. I vigili del fuoco del Saf hanno iniziato una perlustrazione meticolosa dell’area circoscritta, esaminando ogni centimetro quadrato con attenzione.I pompieri specializzati nel soccorso in ambienti naturali difficili si sono calati con corde nei dirupi e nei tratti più ripidi della boscaglia alla ricerca di indizi cruciali. Tutti nella valle erano uniti nella speranza comune di riportare Mara a casa: gli investigatori impegnati nell’indagine per omicidio e occultamento di cadavere, i residenti locali e chiunque avesse seguito da vicino la vicenda.Nonostante le incertezze e le sfide che ancora attendevano gli inquirenti, il ritrovamento degli occhiali e delle ossa ha dato una nuova linfa alle ricerche. Ogni elemento raccolto poteva essere fondamentale per risolvere il mistero della scomparsa di Mara Favro. La speranza era viva in ogni cuore che desiderava la verità su quel tragico evento che aveva scosso la tranquilla valle tra Gravere e Susa.

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