Gloria e passione: la storia di Stefano Tilli, campione dell’atletica italiana

Date:

22 febbraio 2025 – 21:45

Il 21 febbraio 1985, Stefano Tilli ha scritto una pagina indelebile nella storia dell’atletica leggera, fermando il cronometro a 20.52 nei 200 metri indoor agli assoluti di Torino. Un record del mondo che ha resistito per due anni, fino all’impresa del francese Bruno MarieRose. Quel tempo straordinario è stato il preludio alla medaglia d’oro che Tilli ha conquistato due settimane dopo agli Europei indoor di Atene. A distanza di quarant’anni, riviviamo quei momenti epici, le emozioni travolgenti e l’evoluzione sorprendente dell’atletica italiana.Ritorniamo indietro nel tempo, a un periodo in cui la gloria era tangibile ma ora appare come un ricordo remoto, quasi estraneo. Tuttavia, la fama di allora continua a circondarmi. Le persone per strada si fermano ancora per ricordare quegli anni d’oro. Questo mi riempie di orgoglio: eravamo grandi e privilegiati.Ricordo con affetto le trasferte con il Cus Roma, cariche di spirito goliardico e determinazione, nonostante le risorse finanziarie limitate. Alloggiavamo in un modesto hotel con un’insegna al neon che lampeggiava tutta la notte, creando un’atmosfera da discoteca. Il freddo torinese mi tormentava e dormivo male.Dopo le batterie e la finale, guardando i video delle gare rimasi sorpreso dalla mia agilità naturale e dall’eleganza del gesto atletico. Correre su quella pista con curve impegnative era estenuante.La sera della vittoria è stata celebrata con sobrietà; due volte i 200 metri in un giorno sono stati una sfida titanica. Non ho dormito per due giorni ma l’adrenalina e la gioia condivisa con la squadra hanno reso tutto indimenticabile.Il mio record italiano indoor di 20.52 è ancora intatto oggi ed è qualcosa di stupefacente considerando le evoluzioni nel mondo dell’atletica moderna.Nonostante quattro Olimpiadi disputate senza raggiungere una finale individuale rimpiango poco poiché sono arrivato vicino alla gloria più volte: sesto sui 100 metri accanto a campioni come Carl Lewis e Ben Johnson, poi quinto a Seul sfiorando il podio.Guardando all’atletica italiana odierna posso solo essere fiero: siamo tra le potenze mondiali dello sport grazie al duro lavoro dei nostri atleti e alla passione che ci guida verso traguardi sempre più alti.

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