18 marzo 2025 – 17:45
L’iniziativa dell’Asl Torino 5 guidata da Bruno Osella si distingue per la sua ricerca di un linguaggio inclusivo e politicamente corretto, che ha suscitato un ampio dibattito. Il decalogo redatto dall’azienda sanitaria ha rapidamente circolato tra gli ospedali, estendendosi ben oltre i confini locali. Parole come ‘anormale’, ‘disabile’, ‘ritardato’, ‘deforme’, ‘clandestino’, ‘extracomunitario’, ‘islamico’, ‘trans’, ‘bisex’ e ‘ermafrodita’ sono state ufficialmente bandite dagli ambienti ospedalieri. Inoltre, espressioni come ‘fumare come un turco’, ‘storpio’, ‘muso giallo’ e ‘gnocca’ sono considerate altrettanto inaccettabili.Il documento è strutturato per affrontare diverse tematiche legate a disabilità e abilismo, etnia, ageismo, genere, orientamento sessuale e identità di genere. Il direttore generale anticipa le possibili critiche sottolineando che dedicarsi a queste questioni comporta inevitabilmente ostilità. Tuttavia, nonostante le sfide rappresentate dalle lunghe liste d’attesa e dalle strutture obsolete, l’impegno su questi fronti rimane saldo nella speranza di una risoluzione positiva.Per ogni termine da evitare è fornita un’alternativa più rispettosa da utilizzare tra operatori sanitari e pazienti: ad esempio, anziché usare il termine ‘deforme’, si suggerisce ‘disabilità corporea’ o ‘legata all’aspetto fisico’; al posto di ‘nano’, si propone ‘persona piccola’ o ‘di bassa statura’. Parole come ‘vu cumpr’ e ‘zingaro’ sono state esplicitamente vietate.Si incoraggia a evitare espressioni che associano le donne all’incompetenza e a bandire qualsiasi forma di sessualizzazione nel linguaggio utilizzato. Nel contesto dell’orientamento sessuale, frasi come ‘dell’altra sponda’ sono considerate inaccettabili. L’intento del documento è quello di sensibilizzare il personale contro i pregiudizi e gli stereotipi, promuovendo valori di equità e uguaglianza nell’ambiente sanitario.