19 marzo 2025 – 07:45
Il curioso episodio mi ha ricordato una scena del recente film di Nanni Moretti, “Il sol dell’avvenire”, in cui il regista comunista impegnato nella realizzazione di un’opera sulla società italiana degli anni Cinquanta, decide di strappare un manifesto raffigurante Stalin. Di fronte alle obiezioni sul fatto che all’epoca Stalin fosse spesso presente nei manifesti del Partito Comunista Italiano, egli replica con fermezza: “Nel mio film non voglio vedere Stalin, che fu un dittatore”. Sarebbe auspicabile che soprattutto i giovani della mia generazione, che sembrano ormai aver perso fiducia nel futuro, potessero liberamente professarsi di destra senza sentirsi costretti a giustificare o rivalutare l’orrore storico rappresentato dal fascismo.Nietzsche metteva in guardia dall’approccio alla storia definito monumentale e antiquario: nel primo caso si rischia di idealizzare il passato senza tener conto delle trasformazioni storiche avvenute nel frattempo; nel secondo caso si impedisce uno sguardo lucido verso il futuro. La responsabilità principale ricade sugli adulti, coloro che hanno conoscenza della storia: intellettuali, registi, genitori artisti, insegnanti e persino politici di destra dovrebbero simbolicamente eliminare Mussolini dai propri manifesti ideologici affermando con forza: “Nel mio film non voglio vedere Mussolini, che fu un dittatore”.Un ritorno al confronto politico tra destra e sinistra come indicato da Bobbio sarebbe auspicabile per abbandonare definitivamente nel passato le figure totalitarie di Stalin, Hitler, Mussolini e Mao che agiscono come catene impedendo uno sguardo proiettato verso il futuro. Il presente ci offre già abbastanza spunti per riflettere su nuove forme di autoritarismo senza dover rimpiangere i dittatori del passato.