Enrico Pazzali, in modo pacifico e ignaro dell’operato di Gallo e Calamucci nell’accesso al Sistema di Interscambio (Sdi), non ha mai richiesto informazioni su Ignazio La Russa e la sua famiglia. Questo emerge da una memoria difensiva presentata al Riesame di Milano dall’avvocato Federico Cecconi, che mette in discussione l’affidabilità delle testimonianze verbali di Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci riguardanti il presidente della Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, che si è autosospeso.Le dichiarazioni di Gallo ai pubblici ministeri sul coinvolgimento di Pazzali nella conoscenza dei “report reputazionali” prodotti da Equalize con dati riservati provenienti da banche dati entrano in netta contraddizione con le intercettazioni ambientali, che dimostrano come Gallo e Calamucci mantenessero totalmente all’oscuro il dottor Pazzali sugli accessi al Sdi. Infatti, Pazzali chiedeva solo i report senza avere alcun coinvolgimento penale.Dalle intercettazioni emerge che i report venivano alterati per mascherare l’origine illecita delle informazioni prelevate dal Sdi, al fine di nascondere a Pazzali la fonte dei dati. Inoltre, non emergono prove del presunto ruolo direttivo e coordinativo nelle attività illecite contestato dai pubblici ministeri a Pazzali; anzi, sembra che Gallo e Calamucci lo tenessero escluso dalle operazioni, percependo le richieste di aggiornamenti come un’ingerenza indebita.La difesa documenta tutte le intercettazioni che dimostrano come Pazzali fosse estraneo alla gestione operativa condotta da Gallo e Calamucci. Le testimonianze degli altri indagati confermano l’assenza totale di un ruolo direttivo o operativo attribuibile a Pazzali.Inoltre, la difesa smentisce qualsiasi coinvolgimento di Pazzali nell’esfiltrazione delle chat di Gorno Tempini attraverso l’esperto informatico Gabriele Pegoraro, poiché le intercettazioni non supportano le affermazioni di Gallo riguardanti il presunto coinvolgimento del dottor Pazzali in questa vicenda.
Memoria difensiva svela: Enrico Pazzali estraneo alle attività illecite di Gallo e Calamucci.
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