La protezione legale per gli amministratori pubblici giunge a un nuovo livello di robustezza, grazie alle riforme legislative recentemente adottate. L’obiettivo è quello di offrire maggiore tranquillità e certezza ai politici nell’esercizio delle loro funzioni, garantendo loro un trattamento favorevole nel caso in cui dovessero intraprendere azioni già deliberate dai vertici istituzionali. Tuttavia, questo rafforzamento della tutela erariale presenta anche una connotazione interessante dal punto di vista del diritto: l’istituto dei precedenti non solo non è più un elemento discriminante per gli amministratori ma sembra diventare persino un criterio di valutazione della loro condotta. Il principio ispiratore delle nuove norme è quello di dare sempre priorità alla buona fede, considerando i politici “in buona fede” anche se le loro azioni risultano incoerenti con la legislazione vigente, salvo che non sia presente il dolo o una deliberata e consapevole disprezzata delle opinioni contrarie. In questo contesto, è interessante notare come l’eccezione rappresentata dai casi di dolo o da un deliberato disprezzo per le opinioni contrarie sembri essere l’unica area di vulnerabilità del nuovo sistema di tutela legale. Questo aspetto solleva interrogativi sulla sua efficacia nel prevenire i comportamenti opportunistici e il rischio che le norme potrebbero essere usate come scusa per azioni inappropriata, al fine di proteggere la buona fede degli amministratori.
Nuove Norme Danno Priorità alla Buona Fede dei Politici
Date: