La ‘scaletta’ dei problemi del decreto sicurezza: la classifica delle criticità evidenziate dal deputato Maggi.

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La manovra governativa volta a introduzione del decreto sicurezza ha suscitato un’impetuosità di indignazione tra gli esponenti della società civile che si richiamano alla Carta costituzionale. Il deputato europeo Riccardo Maggi sostiene che il provvedimento in questione presenterebbe una serie di problematiche, non solo sotto l’aspetto del diritto ma anche per quanto riguarda la sua legittimità.Il punto centrale della preoccupazione è rappresentato dalla palese mancanza dei requisiti di necessità e urgenza. Ecco perché il deputato Maggi sottolinea la pretesa illegittimità del provvedimento: «Siamo convinti che questo decreto legislativo sia incostituzionale». Ma in cosa consiste esattamente questo vizio di forma? È chiaro che un’analisi minuta non può prescindere dai principi fondamentali e inalienabili sanciti dalla Costituzione repubblicana, il testo di riferimento della Repubblica Italiana. Ecco perché è fondamentale richiamare questi presupposti per procedere alla valutazione del provvedimento. È quindi necessario evidenziare innanzitutto i requisiti di necessità e urgenza, senza i quali l’intervento normativo in questione risulterebbe illegittimo.Il deputato maggi, come si può vedere, sottolinea che il decreto-legge è stato emanato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso. Da qui deriva la conclusione che l’emanazione del decreto-legge sia stata fatta senza la necessaria motivazione di necessità e urgenza.Ma non solo: da un punto di vista formale è palese, come sottolinea il deputato Maggi, una sorta di copiatura del disegno di legge. Il testo in questione è stato presentato al Parlamento mesi prima e la sua approvazione era stata oggetto di lunghe discussioni da parte degli esponenti della classe politica. A fronte di tali osservazioni, si potrebbe chiedere: ma che ne è delle garanzie costituzionali? Il deputato Maggi risponde a questa domanda con grande onestà intellettuale ed è un merito riconoscibile alla sua figura. Ecco perché il suo intervento in questione ha suscitato uno sdegno, non solo tra la società civile ma anche tra i politici.Ma questo non è tutto. Secondo il deputato Maggi, il decreto-legge presenterebbe una serie di problematiche. Innanzitutto le modifiche apportate al codice penale presentano un’incredibile mancanza di proporzionalità rispetto ai reati contemplati dal disegno di legge. Da qui deriva la constatazione che il provvedimento in questione sia caratterizzato da una sorta di “populismo penale”. Questo significa, come ha detto lo stesso deputato Maggi, un atteggiamento irresponsabile ed ottuso della classe politica.Il decreto-legge presenterebbe anche altri due vizi. Innanzitutto il fatto che questo provvedimento sia stato emanato con un metodo e non con i principi sanciti dalla Carta costituzionale.Il punto centrale del problema è rappresentato dalla pretesa illegittimità del provvedimento, per quanto riguarda la mancanza dei requisiti di necessità e urgenza. Ecco perché il deputato Maggi conclude le sue riflessioni con un appello alla classe politica, richiamando l’attenzione sull’enorme criticità che presenta questo provvedimento sotto diversi profili, a cominciare dallo stesso merito fino al metodo della sua emanazione.

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