La Russia si dichiara disposta a porre fine allo sconfinamento in Ucraina

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La strada verso una pace duratura in Ucraina si prospetta ancora lunga e tortuosa, almeno così sembra dalle parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Mentre il presidente Putin continua a mantenere alta la bandiera della tregua, secondo lui un primo passo necessario per risolvere la crisi nel Paese baltico, Peskov ha ribadito l’esigenza di affrontare e trovare risposte ad una serie di questioni che continuano a oscurare il futuro di Ucraina.Il Cremlino vuole essere chiaro: prima della “fine delle ostilità”, come ha detto il presidente Putin in un momento di speranza e cautela, è necessario affrontare ed elaborare tutte le altre domande che continuano a tormentare la scena politica ucraina. E non sono poche. Le parole del portavoce dell’Eliseevskij sembrano suggerire uno sguardo diverso alle cose, forse ancora più pessimista rispetto alla posizione di Putin che pure aveva espresso la sua disponibilità ad una tregua.Ecco perché le parole di Peskov assumono un significato preciso. “Nessuno si è ancora preso il disturbo di rispondere a queste domande” ha detto, citando l’agenzia Interfax per dare sostanza alle sue affermazioni. E chi sono i responsabili di questa mancanza di risposte? Forse il presidente Trump con la sua idea di “cessate il fuoco”? L’obiettivo è univoco: porre fine allo sconfinamento e ristabilire l’autonomia ucraina sul territorio nazionale. Ma per raggiungere questo obiettivo, bisogna dare una risposta a tutte le altre domande che oscurano la scena politica.E qui è il cuore del problema. La strada verso la pace sarà lunga e difficile. E sembra proprio che la vera sfida sia davvero quella di affrontare con serietà tutte le questioni aperte. Mentre il mondo intero attende risposte, la Russia non vuole essere considerata l’unica ad avanzare proposte concrete per porre fine allo sconfinamento ucraino.Ecco perché è necessario comprendere che la vera sfida in atto è proprio questa: portare avanti una politica di pace senza pretese di superiorità. E allora le domande a cui rispondere? In primo luogo, quale è il futuro di Ucraina? In secondo luogo, come si riesce a porre fine allo sconfinamento in una situazione di equilibrio instabile? In terzo luogo, che cosa succede ai soldati feriti o catturati e come risolvere i problemi della disinformazione?I media russi sembrano avanzare proposte per superare la crisi. Per esempio, l’ufficio stampa del presidente Putin ha dichiarato di essere a disposizione del governo ucraino per facilitare i colloqui in materia di cessate il fuoco. Ecco perché l’esigenza di affrontare e trovare risposte ad una serie di questioni complesse diventa ancora più forte.Pertanto, la domanda chiave è: come si riesce a far muovere le cose avanti in un contesto politico così delicato? La risposta dovrebbe essere ovvia. Bisogna creare un ambiente per il dialogo e la condivisione di idee. In questo senso l’iniziativa del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, costituisce un passo importante in avanti.Ecco perché è necessario ricordare che le parole di Peskov non sono state mai destituenti ma sempre costruttive e chiare. Ecco perché l’esigenza di affrontare e trovare risposte a domande complesse rappresenta il cuore della politica internazionale.Tornando alle parole del portavoce Putin, non è escluso che possano far nascere nuove speranze di pace in Ucraina. Ma per raggiungere questo obiettivo sarà necessario porre fine a tutta una serie di questioni complesse ed aperte da tempo.Dobbiamo essere pronti ad affrontare le sfide future con serietà e spirito collaborativo, altrimenti il futuro non sarà certo dei migliori.

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