Erdoğan attacca ancora: il capo dello Stato turco accusa l’opposizione di dittatura

Il capo dello Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, ha mosso le sue forze giudiziarie contro il leader dell’opposizione Ozgur Ozel, presidente del Partito Repubblicano della Democrazia (CHP), per averlo definito alla testa di un regime dittatoriale. Questa mossa giustizialista segue le pesanti critiche espresse da Erdogan riguardo all’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, accusato dagli oppositori di essere un colpo di stato civile.La decisione del presidente è stata accolta con sdegno dall’opposizione che ha definito questa mossa come un tentativo di intimidire le voci critiche. Il Partito Repubblicano della Democrazia (CHP) non solo condanna l’accusa, ma sostiene che Erdogan sta cercando di utilizzare il sistema giudiziario per reprimerne la libertà d’espressione e pensiero.Le elezioni del 2018, vinte da Ekrem Imamoglu, sono state contestate dal Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP) che ha accusato Imamoglu di avere frodato le urne. La Corte elettorale ha poi annullato il risultato delle elezioni e ne hanno imposto un rinnovo.Il caso di Ekrem Imamoglu si è aperto nella primavera 2023, quando la polizia ha intrapreso azioni per arrestarlo, sostenendo di volerlo interrogare sulla presunta frode nelle elezioni. La decisione degli inquirenti di procedere con l’arresto del sindaco di Istanbul, accusandolo di avere frodato le urne durante il rinnovo delle elezioni, ha generato una forte reazione politica e sociale.In questo scenario politico molto teso si colloca l’accusa sollevata da Erdogan contro Ozgur Ozel, presidente del Partito Repubblicano della Democrazia.