Pensioni anticipate: calo del 23% nel primo trimestre 2025, disuguaglianza tra uomini e donne

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La tendenza negativa delle pensioni anticipate continua a registrare una flessione significativa rispetto agli anni precedenti, in particolare dopo la riforma introdotta per limitare l’accesso al sistema di pensione anticipata. Secondo il monitoraggio condotto dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (Inps) sulle pensioni liquidate con decorrenza nel primo trimestre del 2025, risulta un calo del 23,09% delle pensioni anticipate rispetto al medesimo periodo del 2024. Questo fenomeno è più marcato tra i dipendenti pubblici, dove il calo risulta essere del 33,85%, mentre tra gli addetti ai lavori nel settore privato, le pensioni anticipate diminuiscono del 19,43%. In totale, l’Inps ha liquidato 194.582 pensioni con decorrenza nel trimestre in esame per un importo medio mensile di circa 1.237 euro.È interessante notare che, sebbene il mediano reddito pensionistico abbia subìto una lieve flessione rispetto al precedente anno (da 1.229 a 1.237), emerge un divario sempre più marcato tra gli assegni percepiti dai uomini e quelle delle donne. Infatti, mentre i beneficiari maschi vedono il loro reddito mensile aumentare mediamente da 1.457 a 1.486 euro, le pensioni femminili presentano un calo nella mediana di circa 31,97% (da 1.033 a 1.011 euro) rispetto all’anno precedente. Il dato in questione si riferisce alle sole pensioni singole e non ai redditi complessivi che possono derivare dalla combinazione di più trattamenti pensionistici.Questo risultato suggerisce una maggiore disuguaglianza sociale nelle condizioni economiche dei pensionati, evidenziata dall’abissale divario tra gli assegni percepiti dalle donne rispetto a quelli degli uomini. Tale differenza di reddito può essere influenzata da vari fattori, compresa la discriminazione salariale nei luoghi di lavoro in cui le donne spesso occupano posizioni con salari più bassi.La tendenza generale indica che, nonostante l’incremento del mediano importo mensile delle pensioni rispetto al precedente anno, persiste un problema di disuguaglianza nella ripartizione dei benefici pensionistici tra i diversi gruppi di beneficiari. Sembra esserci quindi la necessità di politiche pubbliche che mirino a ridurre il divario economico tra gli uomini e le donne attraverso l’ampliamento della tutela giuridica delle lavoratrici per raggiungere un maggiore equilibrio nella gestione del reddito pensionistico.

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