I dimostranti pro-palestinesi dell’accampamento presso la Columbia University si mostrano determinati a resistere all’ultimatum imposto dall’università, che ha fissato come termine ultimo le 14.00 locali, ovvero le 20.00 italiane, per sgomberare l’accampamento. Coloro che non aderiranno a questa richiesta rischiano la sospensione. Gli studenti esprimono il loro dissenso urlando “vergogna” ai dirigenti dell’ateneo, accusandoli di aver creato uno stato di emergenza artificiale per giustificare le proprie azioni. La tensione tra le parti coinvolte sembra destinata a crescere, con entrambe le fazioni decise a difendere le proprie posizioni con determinazione e fermezza. La comunità accademica osserva con attenzione lo svolgersi degli eventi, consapevole delle implicazioni che questa situazione potrebbe avere sul clima generale all’interno del campus universitario e sulla libertà di espressione degli studenti. Resta da vedere come si evolverà questa controversia e se sarà possibile trovare una soluzione pacifica che soddisfi entrambe le parti coinvolte.
Protesta studentesca alla Columbia University: tensione e resistenza all’ultimatum dell’università
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