La questione dell’accordo di programma relativo all’area ex-Ilva a Taranto rivela una profonda disconnessione tra le dinamiche istituzionali e le reali esigenze del territorio, un divario che rischia di scaricare interamente su una comunità già provata, il peso di una crisi industriale complessa e pluridecennale.
Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sottolinea con chiarezza come l’attuale approccio deleghi, in maniera problematica, al Comune di Taranto la responsabilità di gestire un patrimonio industriale di rilevanza nazionale, esponendo il sindaco, appena eletto, a una posizione estremamente delicata e potenzialmente destabilizzante.
La difficoltà risiede nella necessità di comunicare ai cittadini, con trasparenza e responsabilità, la prospettiva di un futuro ancora gravato da problematiche ambientali e industriali persistenti, una realtà che richiede ulteriori anni di sforzi e sacrifici.
Questa comunicazione, intrisa di consapevolezza e realismo, si scontra con le aspettative di cambiamento e di rapida risoluzione che inevitabilmente accompagnano l’elezione di un nuovo sindaco, creando una tensione tra promesse elettorali e vincoli imposti da una situazione ereditata.
La vicenda, come evidenziato dal Presidente Emiliano, è il risultato di una gestione procrastinata e superficiale, un “marcire” che ha lasciato tracce profonde nel tessuto sociale, economico e ambientale del territorio.
Non si tratta semplicemente di una crisi industriale, ma di un fallimento politico che ha perpetuato disuguaglianze, alimentato disaffection e compromesso la fiducia nelle istituzioni.
La delega al Comune di Taranto, senza un adeguato supporto e coordinamento a livello nazionale, rischia di trasformarsi in un mero trasferimento di responsabilità, privo di risorse e strumenti efficaci per affrontare la complessità della situazione.
La vera sfida non è solo la bonifica ambientale e la riqualificazione industriale, ma anche la ricostruzione di un rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni, un processo che richiede un cambio di paradigma nell’approccio alla gestione delle crisi complesse.
È necessario abbandonare logiche di delega e frammentazione, adottando un modello di governance integrato, basato sulla partecipazione attiva degli stakeholders locali, sulla trasparenza decisionale e sulla responsabilità collettiva.
Solo così si potrà trasformare un fardello ereditato in un’opportunità di sviluppo sostenibile, che metta al centro il benessere della comunità e la tutela dell’ambiente.
L’accordo di programma, per assumere un valore reale, deve incarnare questo nuovo approccio, diventando uno strumento di riscatto per Taranto e un esempio virtuoso per l’intero Paese.