Il tema della cultura tossica del lavoro in Cina è tornato alla ribalta sui social cinesi con il caso di Qu Jing, una manager aggressiva dell’azienda hi-tech Baidu. Qu, una donna giovane e affascinante, si è trovata costretta a dimettersi dalla sua posizione di responsabile delle relazioni con i media del “Google cinese” dopo aver pubblicato diversi video in cui esaltava l’importanza di lavorare senza sosta, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.Nei suoi video provocatori, Qu derideva i dipendenti e impartiva regole ferree come “non sono qui per fare la vostra mamma, posso distruggervi” e “chiunque lavori qui deve essere disponibile h24”. Ha anche insistito sul fatto che i dipendenti dovevano tenere il telefono acceso in ogni momento e essere raggiungibili a tutti i costi. Le sue parole crude hanno riacceso il dibattito sulla cultura del lavoro tossica, andando oltre la pratica comune nel settore tecnologico nota come ‘996’, promossa anche dal fondatore di Alibaba Jack Ma.Il modello ‘996’ prevede una giornata lavorativa dalle 9 alle 21 per sei giorni alla settimana ed è stato difeso da Ma come essenziale per avere successo nel settore hi-tech. Tuttavia, le dichiarazioni di Ma avevano scatenato polemiche online anni prima, mettendo in discussione la cultura lavorativa cinese. Nel caso di Qu Jing, le reazioni sui social sono state così intense da costringere Baidu a prendere provvedimenti immediati.Nonostante le scuse della manager, le dimissioni sono state considerate l’unica soluzione per placare gli animi. Questo episodio ha evidenziato ancora una volta quanto sia importante affrontare la questione della cultura del lavoro tossica e promuovere un ambiente lavorativo sano e rispettoso dei diritti dei dipendenti.
“Qu Jing: il caso della manager aggressiva che ha scatenato il dibattito sulla cultura tossica del lavoro in Cina”
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