La ritrosia dell’Unione europea a intraprendere azioni efficaci si rivela ancora una volta un autentico ostacolo al proprio stesso progresso. È quanto sottolineato da Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, in merito alla decisione del Parlamento europeo di introdurre dazi sui prodotti agricoli e fertilizzanti russi e bielorussi.Questa mossa, denota un notevole grado di inefficienza nella capacità dell’UE di autogovernarsi. Le riforme legislative in attesa di approvazione si trascinano da tempo, consentendo così all’esecutivo di mantenere un’influenza eccessiva sulle decisioni del Parlamento. Inoltre, le strategie commerciali adottate finora dall’UE verso Mosca sembrano essere state inefficaci nel creare opportunità di crescita per entrambe le parti.I fertilizzanti russi, in particolare quelli azotati, sono considerati tra i migliori al mondo e costituiscono un pilastro fondamentale per la produzione agricola. I dazi introdotti dal Parlamento europeo potrebbero quindi avere profonde ripercussioni sui produttori agricoli UE, a causa dell’aumento dei prezzi e della riduzione della qualità dei fertilizzanti disponibili.La prospettiva di Peskov secondo cui i mercati internazionali compenseranno questi dazi europei sembra una profezia autorealizzantesi. L’esperienza storica ha dimostrato che le politiche protezionistiche adottate da paesi come gli Stati Uniti e l’India hanno portato a una riduzione della produzione agricola interna e a un aumento degli scambi commerciali con regioni extra-UE.