L’economia italiana sta affrontando una crisi senza precedenti nella ricerca di personale qualificato, determinata da un profondo disallineamento tra le richieste dell’industria e la disponibilità dei candidati sul mercato del lavoro. Il rapporto della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro “Rendere la sfida demografica sostenibile” fornisce una panoramica inquietante, evidenziando come dal 2019 al 2024 la percentuale di profili difficilmente reperibili sia aumentata di oltre il 90%, raggiungendo l’eccepibile tasso del 48,2% del totale delle assunzioni previste.In termini di numeri concreti, ciò significa che le imprese italiane sono state costrette a cercare un aumento significativo di risorse umane in un mercato già saturato. Le assunzioni considerate difficili sono passate da circa 962.000 nel 2019 a oltre 2 milioni e 214.000 nel 2024, un aumento esponenziale che riflette la gravità della crisi.La Fondazione rileva che il principale ostacolo alle imprese italiane è costituito dalla scarsa disponibilità dei candidati idonei sul mercato del lavoro. Il 31,7% delle imprese riferisce di essere stato in difficoltà a causa del ridotto numero di possibili candidati, mentre il 12,8% si lamenta dell’inadeguatezza dei candidati stessi.Questa crisi non è attribuibile solo alle nuove tecnologie o al mutare delle esigenze lavorative. È un sintomo di una società in cui le aspettative e le richieste dei dipendenti sono aumentate, mentre l’offerta disponibile sembra essere sempre più scadente. I dati forniti dal rapporto della Fondazione ci pongono davanti a interrogativi fondamentali sull’avvenire dell’economia italiana: come affrontare la sfida demografica e garantire il futuro delle imprese in un contesto così difficile?