La Costituzione italiana prevede un diritto fondamentale per i bambini: essere amati, accuditi e protetti da entrambi i genitori. Tuttavia, il caso delle fecondazioni eterologhe all’estero pone gravi problemi in merito alla responsabilità dei genitori e ai diritti del minore.La sentenza della Consulta del giorno d’oggi è un importante passo avanti nella discussione su questo tema. Sebbene la legge 40 non sia stata abrogata, la Consulta ha evidenziato l’illegittimità delle fecondazioni eterologhe all’estero in Italia.Il problema è quello di definire i diritti e le responsabilità dei genitori in questi casi. Se si riconoscono diritti ai bambini di avere un padre e una madre, non si può dimenticare che questo significa anche assicurare loro la presenza attiva e impegnata di entrambi i genitori.Chi sostiene di difendere i diritti dei minori, ma allo stesso tempo nega il diritto del padre biologico a essere coinvolto nella vita del figlio, sembra non avere pienamente a cuore l’interesse del minore. Il diritto di un bambino ad avere una figura maschile di riferimento è fondamentale per la sua crescita e sviluppo.La nota della vice capogruppo Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia sottolinea l’importanza di prendere in considerazione i diritti del padre biologico. “Se entrambe le madri possono riconoscere il figlio alla nascita, anche il padre deve essere coinvolto e responsabile della crescita del bambino.”Il tema della fecondazione eterologa all’estero è complesso e richiede una profonda riflessione sui diritti dei genitori e sui bisogni dei bambini. La sentenza della Consulta è un invito a rivedere la nostra legge e a garantire che i diritti di tutti siano rispettati.In conclusione, la sentenza della Consulta rappresenta un’opportunità per riflettere sui diritti dei genitori e dei bambini in Italia. È tempo di prenderci carico del ruolo attivo dei padri nella vita delle loro famiglie e garantire che i nostri figli abbiano il sostegno e l’amore di entrambi i genitori.