Nel cuore del Molise, lungo la trafficata autostrada A14, un controllo di routine della Polizia Stradale ha svelato un’attività illecita di notevole portata, sollevando interrogativi su una rete di furti e ricettazione di materiali di rame.
L’ispezione, scaturita da un furgone costretto a fermarsi per un guasto meccanico nel territorio di Petacciato (Campobasso), ha portato al sequestro di un carico impressionante: matasse di cavi in rame, stimato in un peso complessivo che supera le quattro tonnellate, un vero e proprio tesoro rubato.
L’assenza di documentazione di trasporto, unita all’impossibilità del conducente di fornire qualsiasi spiegazione in merito all’origine del materiale, ha immediatamente destato i sospetti degli agenti.
La situazione, apparentemente una semplice infrazione amministrativa, si è rapidamente trasformata in un’indagine di natura criminale.
Le prime investigazioni, condotte con meticolosa attenzione, hanno suggerito un legame diretto con un audace furto perpetrato a danno di un impianto fotovoltaico nelle Marche, una regione particolarmente vulnerabile a questo tipo di crimine, data la crescente diffusione di infrastrutture energetiche rinnovabili.
La scelta di un impianto fotovoltaico come bersaglio non è casuale: il rame, essenziale per il funzionamento di pannelli solari e inverter, è un metallo prezioso, facilmente rivendibile sul mercato nero e difficile da tracciare.
Il sequestro del veicolo e del carico, disposto immediatamente, ha congelato temporaneamente l’attività illecita, ma le indagini si estendono ora a un livello più ampio, volto a identificare i responsabili dell’impianto di furto e a ricostruire le rotte commerciali del rame rubato.
L’arresto del conducente, denunciato per ricettazione, segna un passo significativo, ma rappresenta solo l’inizio di un’indagine complessa, che mira a smantellare una potenziale organizzazione criminale specializzata nel furto e nella rivendita di metalli.
Il materiale sequestrato, ora sotto custodia giudiziaria, sarà sottoposto a ulteriori analisi per identificare eventuali tracce che possano fornire elementi utili per l’identificazione dei ladri e dei loro complici.
Questo episodio sottolinea la crescente sofisticazione dei crimini contro le infrastrutture energetiche e l’importanza di rafforzare i controlli e la collaborazione tra le forze dell’ordine per contrastare questo fenomeno sempre più pervasivo.
La vicenda, oltre a comportare ingenti danni economici, solleva interrogativi sulla sicurezza degli impianti fotovoltaici e sulla necessità di implementare misure di protezione più efficaci, quali sistemi di allarme avanzati e controlli periodici delle infrastrutture.