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Tavernerio: processo per maltrattamenti a minori vulnerabili

A Tavernerio, in provincia di Como, si prospetta un processo giudiziario di notevole gravità, che coinvolge quattordici ex dipendenti del Centro Multiservizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza “Villa Santa Maria”.
L’accusa, formulata in un’indagine coordinata dal procuratore Massimo Astori, è quella di maltrattamenti aggravati ai danni di minori vulnerabili, segnando una fase cruciale che prelude alla potenziale richiesta di rinvio a giudizio.
L’inchiesta, che ha preso avvio da segnalazioni e approfondimenti, ha ricostruito un quadro preoccupante relativo al periodo compreso tra il 2018 e il 2021.
I quattordici indagati, figure di riferimento per un gruppo di quindici pazienti, sono accusati di aver perpetrato comportamenti lesivi nei confronti di individui affetti da patologie complesse e debilitanti.
Queste non si limitano a disturbi psichiatrici, ma includono condizioni fisiche estremamente invalidanti come autismo severo, ritardo mentale profondo, quadriplegia congenita, epilessia refrattaria, sordità profonda e encefalopatie di diversa natura.
La condizione di questi bambini e adolescenti, già compromessa da patologie che ne limitano drasticamente le capacità di agire autonomamente e interagire con il mondo, li ha resi particolarmente esposti a forme di abuso e negligenza.
Le loro difficoltà cognitive e sensoriali impedivano loro di comprendere appieno ciò che stava accadendo e di comunicare in modo efficace il proprio disagio, rendendo la loro condizione ancora più precaria.
La cura dell’igiene personale, l’alimentazione, l’assistenza alla persona, l’opportunità di socializzazione, la capacità di interpretare la realtà e di esprimersi, sono tutte funzioni vitali compromesse, esacerbate, a quanto pare, dalle azioni degli ex operatori.

L’indagine non si limita a delineare singoli episodi di maltrattamento, ma mira a ricostruire un sistema di negligenza e violenza che ha minato il benessere psicofisico dei minori.
La gravità delle accuse solleva interrogativi profondi sulla gestione della struttura, sulla formazione del personale e, soprattutto, sulla tutela dei diritti fondamentali dei soggetti più vulnerabili.
Il processo che si appresta ad iniziare rappresenterà una pietra miliare nella ricerca di verità e giustizia, e avrà l’obiettivo di accertare le responsabilità individuali e collettive, con l’auspicio di prevenire il ripetersi di simili tragedie nel futuro e di rafforzare le misure di protezione per i pazienti affetti da disabilità e patologie psichiatriche.

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