La mattina del 20 maggio 2012 resterà impressa nella memoria di molti abitanti della Bassa emiliana a causa di un terremoto di magnitudo 5.9 che ha colpito la regione alle 4.03 del mattino. L’evento improvviso ha destato la popolazione dall’assopimento, causando panico e distruzione nei centri produttivi di Mirandola, Medolla, Sant’Agostino e SanFelice sul Panaro, situate nelle province di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara. Le conseguenze di questa scossa tellurica si sono fatte sentire a lungo, lasciando cicatrici profonde nella comunità locale e mettendo in luce la vulnerabilità delle infrastrutture e degli edifici in zona sismica. La solidarietà e l’impegno per la ricostruzione hanno rappresentato un baluardo contro il dolore e la paura vissuti in quelle ore drammatiche, dimostrando la forza resiliente della gente emiliana di fronte alle avversità naturali. La ricostruzione è stata un lungo percorso costellato da sfide e sacrifici, ma anche da gesti di altruismo e generosità che hanno ridato speranza a una comunità ferita ma non domata dalla furia della natura.
“La resilienza dell’Emilia-Romagna: il terremoto del 20 maggio 2012 e la rinascita delle comunità colpite”
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