Arriva Italia srl ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per richiedere la revoca della sentenza emessa dallo stesso massimo organo della giustizia amministrativa nel settembre 2023, che aveva respinto la richiesta di risarcimento danni da parte dell’azienda nei confronti della Regione Valle d’Aosta per un importo di 20 milioni e 689 mila euro. La questione, avviata nel 2002, riguarda la determinazione delle tariffe di trasporto pubblico su gomma dal 1982 al 2001 da parte di Savda, società valdostana successivamente incorporata da Arriva. La giunta regionale ha deciso di difendersi in giudizio, affidando l’incarico all’avvocato Francesco Saverio Marini di Roma.Inizialmente, con un primo ricorso presentato al Tar e dichiarato inammissibile ventuno anni fa, Savda aveva chiesto non solo un risarcimento ma anche il riconoscimento dell’inadempimento della Regione agli obblighi di adeguamento annuale delle tariffe. Nel 2009 i giudici amministrativi di secondo grado hanno parzialmente modificato la decisione originaria, imponendo alla Regione l’adeguamento delle tariffe per i periodi non ancora regolamentati. Successivamente Savda ha presentato cinque ulteriori ricorsi in ottemperanza, sostenendo che la Regione non avesse rispettato le disposizioni del tribunale: dopo un chiarimento del Consiglio di Stato, l’ente pubblico ha stabilito anno per anno le tariffe relative ai periodi 1982-1986 e 1997-2001 tramite una deliberazione regionale datata 1161 del 2016. Nel 2017 i giudici amministrativi hanno respinto il ricorso in ottemperanza presentato da Savda, ritenendo che la Regione avesse dato piena attuazione alla sentenza.L’azienda ha quindi fatto ritorno al Tar chiedendo il pagamento da parte dell’ente pubblico di poco più di 20 milioni: il ricorso è stato dichiarato parzialmente inammissibile nel marzo del 2018 (le critiche “non erano specificamente riferibili alla deliberazione” regionale del 2016) e parzialmente infondato (altre osservazioni erano troppo generiche ai limiti dell’inammissibilità). Questa sentenza è stata confermata dal Consiglio di Stato il 26 settembre scorso.Come misura subordinata, Arriva ha presentato l’ultimo ricorso al Consiglio di Stato chiedendo che la Regione venga condannata al pagamento di 12 milioni e 311 mila euro per il periodo compreso tra il 1982 e il 1997.
Ricorso di Arriva Italia srl al Consiglio di Stato per revoca sentenza su tariffe trasporto pubblico.
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