sabato 26 Luglio 2025
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Umbria, trasporto pubblico: lavoratori in sciopero, rischio qualità e posti di lavoro.

Le recenti scelte relative alla riorganizzazione del trasporto pubblico locale in Umbria, ereditate dalla precedente amministrazione regionale e successivamente ratificate, stanno generando profonda inquietudine tra i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali.

Filt Cgil e Faisa Cisal dell’Umbria, in riferimento allo sciopero di quattro ore indetto per il 26 luglio (fascia serale 20:00-24:00), esprimono una ferma opposizione a un modello di affidamento articolato in quattro lotti distinti, un approccio che, a loro avviso, rischia di compromettere la stabilità occupazionale e la qualità del servizio offerto alla collettività.

L’iniziativa sindacale non è frutto di una reazione impulsiva, bensì il culmine di un percorso di confronto che ha visto le organizzazioni protagoniste di un dialogo, seppur parziale, con le istituzioni regionali.
Nonostante i tentativi di mediazione e la formulazione di proposte volte a minimizzare le conseguenze negative della suddivisione in lotti, le sensazioni di inadeguata considerazione delle istanze sindacali si sono consolidate.

La frammentazione del servizio in quattro sub-appalti solleva preoccupazioni strutturali.
La logica della gara suddivisa rischia di incentivare una corsa al ribasso, con possibili ripercussioni dirette sull’occupazione: riduzione del personale, estensione di contratti a termine, aumento della pressione sulle performance dei lavoratori esistenti.
Questo, a sua volta, potrebbe tradursi in un deterioramento della qualità del servizio, con ritardi, interruzioni e una minore attenzione alle esigenze degli utenti, soprattutto nelle aree più marginali e difficili da servire.
Oltre all’impatto occupazionale e alla qualità del servizio, la divisione in lotti solleva interrogativi sulla sostenibilità economica del sistema.
La frammentazione delle competenze e la necessità di coordinamento tra diversi operatori potrebbero generare inefficienze e costi aggiuntivi, penalizzando la capacità di investimento nel miglioramento dell’infrastruttura e nell’innovazione tecnologica.

Lo sciopero, dunque, si configura come atto di difesa non solo dei diritti dei lavoratori, ma anche dell’interesse pubblico.
Le organizzazioni sindacali rivendicano un modello di trasporto pubblico che sia efficiente, sostenibile, inclusivo e socialmente responsabile, capace di rispondere alle esigenze di mobilità di tutti i cittadini e di contribuire allo sviluppo economico e territoriale della regione.

Filt Cgil e Faisa Cisal ribadiscono la loro disponibilità a un dialogo costruttivo e a una ricerca condivisa di soluzioni alternative, auspicando un profondo ripensamento delle scelte programmatiche e un approccio più attento alle implicazioni sociali ed economiche del servizio pubblico.
La speranza è che le istituzioni regionali ascoltino le voci dei lavoratori e dei cittadini, per costruire un sistema di trasporto pubblico che sia realmente al servizio della comunità umbra.

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