Il personale della Usl Umbria 2 si appresta a dichiarare lo stato di agitazione, una decisione maturata a seguito di un quadro di criticità strutturali e crescenti che compromettono la qualità dei servizi offerti alla comunità e il benessere dei professionisti sanitari.
L’annuncio, formalizzato durante una conferenza stampa tenutasi a Terni sotto l’egida della Uil, è il risultato di un approfondito confronto con i dipendenti dislocati nei diversi territori di competenza, che hanno espresso un disagio diffuso e preoccupazioni concrete.
La situazione, come denunciato dalla coordinatrice della Rsu, Carolina Galeazzi, si colloca all’interno di un trend allarmante che vede la Usl Umbria 2 come l’unica realtà sanitaria regionale ad aver subito una significativa riduzione di personale – circa 150 unità nel periodo 2022-2025 – un deficit che le altre aziende sanitarie umbre non hanno registrato nella stessa misura.
Questa perdita demografica, aggravata dalla mancata risposta alle reiterate richieste di avvio di un tavolo tecnico dedicato alla mappatura e al riequilibrio delle risorse umane, ha generato un carico di lavoro insostenibile per il personale rimanente, con ripercussioni dirette sulla capacità di garantire un’assistenza adeguata e tempestiva.
Un elemento critico è rappresentato dalla sospensione, in prossimità delle elezioni regionali, dei concorsi interni per i coordinamenti, una decisione che ha lasciato scoperti importanti ruoli organizzativi e ha costretto i professionisti a ricoprire contemporaneamente più incarichi, spesso in territori vasti e complessi.
Questo scenario di carenza di personale, unitamente alla mancanza di figure di riferimento e di supporto, ha acuito la pressione sui dipendenti, mettendo a rischio la loro salute fisica e psicologica.
Le rivendicazioni delle Rsu non si limitano al mero ripristino del numero di personale.
Si tratta di un pacchetto di misure volte a migliorare le condizioni di lavoro e a tutelare i diritti dei dipendenti, che comprende il riconoscimento del diritto alla mensa aziendale e del tempo di vestizione, benefici che, nonostante le ripetute richieste, non sono stati ancora concessi.
La richiesta di un piano ferie aziendale, fondamentale per permettere ai dipendenti di godere del meritato riposo estivo senza compromettere il servizio, è rimasta inesaudita, con conseguenze negative sulla qualità dell’assistenza e sul morale del personale.
L’agitazione annunciata rappresenta un segnale di allarme per la Regione e per la direzione aziendale, un appello urgente a intervenire con decisione per affrontare le criticità strutturali che affliggono la Usl Umbria 2.
La sostenibilità del sistema sanitario regionale dipende dalla capacità di ascoltare le esigenze del personale, di investire in risorse umane e di garantire condizioni di lavoro dignitose e rispettose dei diritti dei professionisti sanitari, pilastri fondamentali per la salute e il benessere della comunità umbra.
La mancata risposta a queste richieste rischia di compromettere irreparabilmente la fiducia del personale e di erodere la qualità del servizio pubblico.