La recente sequenza sismica che ha investito i Campi Flegrei, caratterizzata da eventi di magnitudo fino a 3.2, ha innescato un evento di cedimento nell’insula Meridionalis del sito archeologico di Pompei. La struttura, già vulnerabile a seguito del devastante terremoto del 1980 e precedentemente oggetto di interventi di consolidamento e restauro, ha subito un parziale collasso di un muro e di una porzione di volta.Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la fragilità del patrimonio archeologico pompeiano, un bene di inestimabile valore storico e artistico che convive con un territorio geologicamente attivo. La complessa geologia dei Campi Flegrei, risultato di una caldera vulcanica in stato di quiescenza, rende la zona suscettibile a bradisismo – variazioni lente e graduali del livello del suolo – e a fenomeni sismici, spesso legati a ricostrutture geologiche profonde.Il cedimento, seppur circoscritto, evidenzia la necessità di una rivalutazione continua dei protocolli di monitoraggio e di intervento sulle strutture pompeiane. Le precedenti riparazioni, pur necessarie per garantire la stabilità immediata, potrebbero non essere sufficienti a contrastare gli effetti a lungo termine di un’attività sismica persistente. L’accumulo di deformazioni nel terreno, anche minime, può compromettere la coesione dei materiali antichi, soprattutto quelli utilizzati nelle costruzioni pompeiane, spesso caratterizzati da tecniche costruttive che privilegiavano l’uso di materiali locali e leganti meno resistenti rispetto a quelli moderni.Fortunatamente, l’episodio non ha comportato feriti o danni a persone. L’area interessata, priva di affreschi o reperti mobili, è stata immediatamente isolata e si sta procedendo alla sua messa in sicurezza. L’intervento urgente si concentra sulla stabilizzazione provvisoria della struttura, al fine di prevenire ulteriori cedimenti e garantire l’incolumità dei visitatori e del personale.Successivamente, si renderanno necessari approfonditi rilievi geologici e strutturali, analisi dei materiali utilizzati nella costruzione e una modellazione tridimensionale della struttura, al fine di comprendere appieno le cause del cedimento e pianificare interventi di restauro mirati e duraturi. La sfida è quella di conciliare la necessità di preservare l’integrità del sito archeologico con la sua convivenza in un ambiente geologicamente attivo, adottando soluzioni innovative che integrino le conoscenze paleogeografiche, ingegneristiche e conservative. L’evento serve da monito sulla vulnerabilità del patrimonio culturale e sulla necessità di investimenti continui nella sua protezione.
Pompei a rischio: cede un muro, allarme sismico.
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