Il complesso di Santa Restituta a Lacco Ameno, Ischia, è destinato a rinascere come fulcro culturale e archeologico, grazie a un ambizioso progetto di riqualificazione strutturale e valorizzazione che segna un punto di svolta per la comunità isolana.
Il sito, gravemente danneggiato dal terremoto del 2017 e da allora chiuso al pubblico, racchiude in sé secoli di storia, un palinsesto stratificato che testimonia l’evoluzione del territorio dal periodo greco antico fino all’età medievale.
Il piano di intervento, con un investimento di 11.
217.
200 euro finanziato dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione di Ischia, Giovanni Legnini, va ben oltre un semplice restauro.
Si tratta di un’operazione complessa che integra l’adeguamento sismico, la rifunzionalizzazione del museo, il potenziamento della casa comunale e la valorizzazione dell’area archeologica ipogea.
Quest’ultima, in particolare, si configura come una finestra privilegiata sul passato, rivelando tracce di insediamenti preesistenti, testimonianze di culti e dinamiche sociali che hanno plasmato l’identità dell’isola.
La gestione del progetto è orchestrata da un tavolo tecnico permanente, che coinvolge figure chiave: la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, garante della salvaguardia del patrimonio culturale; il Comune di Lacco Ameno, principale beneficiario della riqualificazione; la Diocesi di Ischia, custode della fede e della memoria storica; e l’Agenzia del Demanio, responsabile dell’esecuzione dei lavori.
Questo approccio sinergico riflette l’importanza strategica del complesso per l’intera comunità.
Prima dell’avvio delle operazioni, un’operazione delicata e complessa ha visto la protettione e il trasferimento di circa 15.
000 reperti, risalenti a oltre tre millenni, in 750 contenitori, dal sito al Museo di Villa Arbusto.
Questo atto, cruciale per la sicurezza dei manufatti, ha permesso l’esecuzione di indagini preliminari, complesse analisi sismiche e valutazioni energetiche, essenziali per definire le priorità del progetto di restauro.
La storia di Santa Restituta è indissolubilmente legata alla passione e alla lungimiranza di don Pietro Monti, rettore della chiesa agli inizi degli anni Cinquanta.
Le sue intuizioni, scaturite da una semplice riparazione della cappella dedicata alla martire africana, hanno innescato un processo di scavo che ha portato alla luce un ricco patrimonio archeologico: una cripta paleocristiana, un antico cimitero cristiano e, successivamente, tombe di diverse culture – fenicie, puniche, greco-romane – che testimoniano la complessità dei rapporti e degli scambi avvenuti nell’area.
La chiusura del complesso ha rappresentato una perdita significativa per la comunità di Ischia, privata di un importante centro di attrazione culturale e turistica.
Il Sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha espresso la sua emozione per la collaborazione istituzionale che ha reso possibile l’avvio del progetto, sottolineando il ruolo cruciale di Santa Restituta per la comprensione dell’insediamento greco di Pithecusae e per la diffusione del culto cristiano legato alla figura della santa.
L’auspicio è che il complesso, una volta riaperto, possa arricchire l’offerta culturale dell’isola, affiancandosi al Museo Archeologico di Pithecusae e contribuendo a narrare la millenaria storia di Ischia nel contesto del Mediterraneo, un crocevia di popoli e di culture.
La riqualificazione non è solo un intervento strutturale, ma un investimento nel futuro, un atto di memoria e di identità per l’isola di Ischia.