Dopo un decennio segnato da un fardello gravoso, da accuse infondate e da iniziative lesive che hanno profondamente intaccato la sua sfera personale e professionale, l’avvocato amministrativista Gaetano Armao, figura di spicco nel panorama economico siciliano e due volte assessore all’Economia, può finalmente dichiarare conclusa una vicenda giudiziaria complessa e dolorosa. La sentenza definitiva di assoluzione, emessa in via definitiva dalla V Sezione Penale del Tribunale di Palermo sei mesi fa, sancisce la sua innocenza, ponendo fine a un iter processuale costellato di colpi di scena e contraddizioni.L’accusa, originariamente incentrata su presunte irregolarità in materia di evasione fiscale, si rivela, con questo verdetto, priva di qualsiasi fondamento. La pronuncia non solo ripristina l’onore dell’avvocato Armao, ma confuta anche le insinuazioni e le denunce che lo hanno bersagliato in ambito giudiziario, politico e mediatico, accompagnate da azioni esecutive che hanno imposto oneri fiscali del tutto ingiustificati.L’assoluzione ha implicazioni di vasta portata, estendendosi oltre la sfera del processo penale. Essa assume infatti natura vincolante per il processo tributario in corso, con ripercussioni dirette sulle pretese impositive e sulle sanzioni irrogabili, poiché i fatti oggetto del giudizio penale costituiscono elemento determinante nella valutazione del contenzioso tributario.Il percorso giudiziario è stato particolarmente tortuoso. Un primo accertamento, datato 2014 e disposto congiuntamente dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate, contestava un debito superiore agli 800.000 euro. Tale decisione fu inizialmente contestata con successo di fronte alla Commissione Tributaria di Palermo, presieduta da Guido Carlino (attuale Presidente della Corte dei Conti), che riconobbe la pretesa fiscale infondata. Successivamente, nonostante due tentativi di archiviazione da parte della Procura di Palermo, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) dispose l’imputazione forzata, rinviando a giudizio l’avvocato Armao, all’epoca vicepresidente della Regione e assessore all’Economia.La vicenda si è ulteriormente complicata con una sentenza della Commissione Tributaria Regionale per la Sicilia, presieduta e relazionata da Pino Zingale, che, in contrasto con la precedente decisione favorevole, ribadì la sussistenza del debito tributario. Il verdetto definitivo del Tribunale di Palermo, tuttavia, ha restituito la serenità all’avvocato Armao, confermando l’assenza di qualsiasi illecito fiscale nella sua condotta da contribuente.Assistito dagli avvocati Giovanni Rizzuti e Angelo Cuva, Gaetano Armao ha affrontato questa lunga battaglia legale con determinazione, dimostrando la propria estraneità ai fatti contestati e contribuendo a chiarire la complessità di una vicenda giudiziaria che ha lasciato un segno profondo nella sua vita e nella sua carriera professionale. Il verdetto rappresenta un importante punto di svolta, non solo per l’avvocato Armao, ma anche per la tutela dei diritti e della reputazione di chiunque si trovi ingiustamente sotto accusa.