La Regione Lazio ha implementato un’importante estensione delle misure di sicurezza trasfusionale, disponendo l’esecuzione sistematica del test per la ricerca di RNA virale del West Nile (WNV) su tutti i donatori di sangue operanti nel territorio regionale.
Questa decisione, lungi dall’essere una semplice formalità amministrativa, si configura come una risposta proattiva e mirata a rafforzare la protezione della salute pubblica e a salvaguardare l’incolumità dei pazienti che necessitano di trasfusioni.
L’iniziativa si inserisce in un contesto epidemiologico di crescente attenzione verso la diffusione del Virus West Nile, un arbovirus trasmesso principalmente da zanzare, e in particolare in risposta alla situazione rilevata nella provincia di Latina, area in cui si sono registrati focolai e un aumento dei casi umani.
La decisione riflette un approccio prudenziale, orientato a minimizzare il rischio di trasmissione del virus attraverso il sangue, un potenziale vettore di infezione che può avere conseguenze cliniche significative, da lievi sintomi simil-influenzali a complicanze neurologiche gravi e invalidanti.
La Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria ha formalizzato questa estensione in linea con le direttive emanate dal Ministero della Salute attraverso la Circolare n.
3363 del 5 febbraio 2025, che ha aggiornato il Piano Regionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi.
L’aggiornamento del piano riflette una costante revisione delle strategie di controllo, basata sui dati epidemiologici e sulle nuove evidenze scientifiche.
È stato inoltre tenuto conto delle indicazioni cruciali fornite dal Centro Nazionale Sangue (CNS), con nota prot.
n.
2025_0020412 del 14 maggio 2025, che ha fornito linee guida specifiche per l’implementazione del test e per l’interpretazione dei risultati.
La collaborazione con il CNS, ente di riferimento a livello nazionale per la gestione delle risorse ematiche, sottolinea l’importanza di un approccio coordinato e basato su competenze specialistiche.
L’adozione di questa misura trasfusionale non è solo una risposta a un rischio emergente, ma anche una dichiarazione di intenti da parte della Regione Lazio.
Dimostra un impegno costante nel mantenere standard elevatissimi di sicurezza e qualità del servizio trasfusionale, assicurando che il sangue utilizzato per le trasfusioni sia il più sicuro possibile.
Ciò include l’implementazione di tecnologie all’avanguardia per la diagnosi e il monitoraggio delle malattie trasmissibili attraverso il sangue, nonché la formazione continua del personale sanitario coinvolto.
L’estensione del test sarà operativa in tutte le strutture di raccolta sangue presenti sul territorio regionale fino a successive comunicazioni e sarà soggetta a un monitoraggio continuo e dinamico.
La sua efficacia sarà valutata in base all’evoluzione del quadro epidemiologico e alle nuove informazioni scientifiche che emergeranno, con la possibilità di apportare modifiche o integrazioni alle procedure operative in corso d’opera.
Questo approccio adattivo e reattivo è essenziale per garantire che le misure adottate rimangano efficaci e mirate nel tempo, contribuendo a salvaguardare la salute pubblica e a rafforzare la fiducia del cittadino nei confronti del sistema sanitario.