Alle ore 15:00, con la conclusione delle operazioni di voto a Milano, si registra un’affluenza parziale al 35% per i cinque referendum riguardanti il diritto del lavoro e la cittadinanza. Un risultato che, pur superando la media nazionale attestata al di sotto del 30%, si rivela insufficiente a raggiungere i necessari quorum per la validità dei voti. L’andamento milanese, a prima vista, appare un’eccezione in una cornice più ampia di disinteresse civico. Tuttavia, analizzando più a fondo, emerge una fotografia complessa di una società frammentata e distante dalle istituzioni. La bassa affluenza non è un fenomeno nuovo; è il sintomo di una progressiva erosione della fiducia nei confronti della politica e dei processi decisionali.I referendum proposti, che toccano temi cruciali come la modifica dell’ordinamento referendumario, la rappresentanza dei lavoratori, l’accesso alla cittadinanza e l’autonomia differenziata, avrebbero dovuto stimolare un dibattito pubblico vivace e un’ampia partecipazione. Invece, la scarsa affluenza suggerisce una percezione diffusa di distanza tra i temi proposti e le reali preoccupazioni dei cittadini. Forse, la complessità della formulazione delle domande, o la sensazione di impotenza di fronte a decisioni considerate già prese, hanno contribuito a generare un senso di disillusione.La città di Milano, tradizionalmente caratterizzata da un tessuto sociale dinamico e un alto grado di urbanizzazione, si rivela, in questo caso, specchio di una tendenza nazionale più ampia. L’affluenza inferiore al 30% a livello nazionale è un campanello d’allarme che indica una profonda crisi di rappresentanza e una crescente disconnessione tra cittadini e istituzioni.È necessario interrogarsi sulle cause di questa apatia. Si tratta forse di una conseguenza della frammentazione politica, dell’eccessiva tecnicizzazione dei processi decisionali, o della difficoltà di comunicare in modo efficace i temi in gioco? Forse, è necessario ripensare il ruolo dei media, la qualità dell’informazione politica e l’importanza dell’educazione civica.La mancata validità dei referendum, conseguente alla mancata raggiungimento dei quorum, non è solo una sconfitta per i promotori delle proposte. È una sconfitta per la democrazia stessa. Rappresenta un monito a riscoprire l’importanza della partecipazione attiva, a promuovere un dialogo costruttivo tra cittadini e istituzioni, e a ritrovare un senso di responsabilità civica che troppo spesso sembra essersi perduto. La sfida è quella di ricostruire un patto di fiducia tra cittadini e politica, per garantire che la voce di tutti possa essere ascoltata e che le decisioni che plasmano il futuro del paese siano il risultato di un processo democratico autentico e partecipato. La riflessione su questo episodio deve incentivare una revisione dei metodi di coinvolgimento civico, forse attraverso nuove forme di democrazia diretta o consultiva, che possano incentivare una maggiore partecipazione e riavvicinare i cittadini alle istituzioni.
Referendum: Affluenza a Milano, ma Quorum non Raggiunto. Un Campanello d’Allarme.
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