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America’s Cup: Campania escluda, De Luca sconcertato.

La decisione del Parlamento, con il respingimento di tre emendamenti proposti da Pd, Movimento 5 Stelle e Avs, ha lasciato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in una condizione di apparente smarrimento, espresso con una laconica ammissione di non sapere come replicare a una scelta che, di fatto, esclude la regione dal cuore del processo decisionale per l’organizzazione dell’America’s Cup 2027.

Questa mancata inclusione solleva questioni complesse che vanno oltre la semplice frustrazione politica.
L’America’s Cup, evento sportivo di portata globale, rappresenta non solo un’occasione unica per promuovere lo sport velico, ma anche un volano economico e un potente strumento di immagine per il territorio ospitante.

La Campania, che aveva ambizioni concrete di giocare un ruolo centrale nell’organizzazione, si vede ora relegata a un ruolo marginale, priva di una voce diretta nelle scelte strategiche che definiranno l’impatto dell’evento sulla regione.

L’emendamento, puntualmente respinto, mirava a garantire la presenza di un rappresentante regionale all’interno del comitato organizzatore, un meccanismo che avrebbe dovuto assicurare la sensibilità e la considerazione delle specificità locali nella pianificazione e nell’esecuzione delle attività.

La sua assenza significa, di fatto, una perdita di controllo sui dettagli cruciali, dalla gestione dei flussi turistici all’impatto ambientale, passando per la creazione di opportunità di lavoro e la promozione del territorio.
La vicenda non è semplicemente una questione di orgoglio regionale, ma un campanello d’allarme che evidenzia una tendenza alla centralizzazione delle decisioni a livello nazionale, con possibili ripercussioni negative sulla capacità delle regioni di gestire autonomamente progetti di sviluppo strategico.
La Campania, con le sue peculiarità geografiche, infrastrutturali e culturali, possiede un potenziale significativo per ospitare l’America’s Cup in modo efficace e sostenibile, ma questo potenziale rischia di essere sprecato se le voci locali non vengono ascoltate.
È imperativo che la Regione Campania non si arrenda e continui a lavorare per garantire che i suoi interessi siano tutelati, anche attraverso la ricerca di accordi e collaborazioni alternative con il comitato organizzatore nazionale.

La sfida, ora, è trasformare la delusione in un’occasione per rafforzare la propria capacità di advocacy e di negoziazione, dimostrando che il contributo regionale è essenziale per il successo dell’America’s Cup e per lo sviluppo del territorio campano.

La questione solleva, infine, interrogativi più ampi sulla governance delle grandi manifestazioni sportive e sulla necessità di un equilibrio più equo tra poteri centrali e autonomie locali.

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