12 febbraio 2024 – 16:46
L’innovazione tecnologica e i nuovi dispositivi possono essere potenziali alleati nello sforzo dello Stato per contrastare la violenza di genere. In alcuni episodi recenti, si sono registrati segnali incoraggianti in cui le vittime sono riuscite ad evitare situazioni pericolose grazie all’utilizzo di questi strumenti antiviolenza.Valentina, una ragazza di 17 anni proveniente dalla provincia di Brescia, ha raccontato un episodio spiacevole accadutole all’inizio di gennaio durante una visita a Milano. Mentre stava tornando a casa, la sua amica l’ha accompagnata alla stazione per prendere il treno del ritorno. Improvvisamente, quattro ragazze sono entrate nel vagone ridendo ed urlando. Hanno acceso della musica e hanno iniziato a ballare. In pochi istanti, gli altri passeggeri hanno lasciato il vagone e Valentina si è ritrovata da sola. Una delle ragazze si è avvicinata a lei facendole dei complimenti e toccandole i capelli, mentre un’altra l’ha molestata. Fortunatamente, un altro passeggero è entrato nel vagone e Valentina ha colto l’occasione per azionare il dispositivo che aveva con sé. La sirena del dispositivo si è attivata rapidamente consentendole di mettersi in salvo. Valentina è scesa alla prima fermata e i suoi genitori l’hanno accompagnata a casa dopo aver ricevuto i messaggi SOS geolocalizzati inviati ai contatti di emergenza tramite il WinLet.Questo episodio si aggiunge ad un altro simile avvenuto lo scorso dicembre a Milano, in cui una studentessa è riuscita ad evitare una potenziale violenza di gruppo grazie allo stesso dispositivo antiaggressione. Pier Carlo Montali, l’ideatore del WinLet, è stato ascoltato in audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio a fine gennaio. Questi esempi dimostrano come l’utilizzo di nuove tecnologie possa essere un valido strumento per contrastare la violenza di genere e garantire la sicurezza delle persone.