Un’opera che trascende la mera rappresentazione, configurandosi come un atto performativo di riconciliazione: “La donna vitruviana” di Francesca Chialà si materializza nel cuore pulsante di Go! 2025, Capitale Europea della Cultura, a piazza della Transalpina, luogo storico di un confine superato, di una divisione trasformata in congiunzione.
Non un confine da sorvegliare, ma una soglia da attraversare, una ferita che si trasforma in opportunità di crescita condivisa.
L’installazione, un ibrido tra scultura e mosaico, si radica profondamente nella complessa simbologia del Vitruvio leonardesco, reinterpretato attraverso la lente della contemporaneità e dell’arte performativa.
Un progetto che, al di là dell’apparenza, convoca un ampio spettro di significati, dall’impegno ecologico alla riflessione sull’identità, fino alla celebrazione della collaborazione intergenerazionale.
L’inaugurazione ha visto il coinvolgimento di bambini, protagonisti di una suggestiva performance di body art, un gesto simbolico che evoca la speranza di un futuro pacifico e sostenibile.
Questa partecipazione giovanile non è un mero orpello, ma un elemento cruciale del messaggio complessivo: la pace e la salvaguardia del pianeta sono responsabilità condivise, che si apprendono e si coltivano fin dalla tenera età.
Il progetto, sostenuto dal Comune di Gorizia, dal Premio Sergio Amidei e dal Gect Go, affonda le sue radici in una visione profonda: la salvezza del nostro pianeta non potrà essere raggiunta se non attraverso l’armonizzazione delle energie maschili e femminili, come teorizzato da Carl Gustav Jung con i concetti di Animus e Anima.
L’opera, creata unendo il corpo di una persona al volto iconico del Vitruviano, trasforma il celebre disegno di Leonardo in un mosaico realizzato dai maestri di Spilimbergo, esprime così una visione ibrida e inaspettata, che fonde tradizione artigianale e innovazione tecnologica.
L’uso dell’intelligenza artificiale generativa, impiegata nella creazione dell’immagine, non è una scelta estetica fine a sé stessa, ma un monito: la ricerca scientifica, applicata con rigore e consapevolezza, è un pilastro imprescindibile per contrastare il riscaldamento globale e proteggere gli ecosistemi marini.
Gorizia, città simbolo di riconciliazione, si erge a culla di un messaggio universale di amicizia e collaborazione, alimentato dalla ricchezza e dalla diversità dell’arte.
La dichiarazione del sindaco Rodolfo Ziberna sottolinea come ogni strumento capace di promuovere la pace, seppur piccolo, possa contribuire a trasformare il territorio in un laboratorio vivente e una testimonianza concreta di valori condivisi.
“La donna vitruviana” incarna questo spirito, offrendo una visione di un futuro in cui l’arte, la scienza e la comunità si fondono per costruire un mondo più giusto e sostenibile.