L’ufficiale della Guardia di Finanza ha dichiarato che i controlli erano di competenza di Laudati.

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L’inchiesta sulla corruzione nel settore pubblico

Il focus sulle responsabilità legate ai controlli sull’ufficio delle Segnalazioni di operazioni sospette tra il 2019 e il 2022 si sposta sempre più verso la procura nazionale antimafia, generando nuove polemiche politiche nei confronti dell’ex capo della Dna Cafiero de Raho. Durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia, il comandante della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro ha fornito ulteriori dettagli sulla questione dei presunti dossieraggi. Secondo il generale, spettava a colui che assegnava i compiti a tenente Pasquale Striano – figura chiave nell’inchiesta di Perugia – verificare le sue azioni, e non al comandante del nucleo di polizia valutaria. Questo perché, al momento dei fatti, il responsabile del gruppo delle cosiddette ‘Sos’ all’antimafia era il sostituto procuratore Antonio Laudati, anch’egli coinvolto nelle indagini in corso. Inoltre, va considerato che il finanziere in questione, allora impiegato presso la Dna, aveva limitate possibilità di accesso ai sistemi di polizia tributaria prima del settembre 2022.

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