La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania rappresenta un pilastro fondamentale per la salvaguardia dello Stato di diritto e un monito severo contro l’abuso di potere amministrativo.
Il TAR ha annullato l’ordinanza del Prefetto di Napoli che estendeva il divieto di stazionamento nelle aree precedentemente definite “zone rosse”, una misura originariamente ispirata da una direttiva ministeriale e successivamente prorogata.
La decisione del TAR non si limita a una mera contestazione formale.
Il Tribunale ha evidenziato come l’esercizio del potere prefettizio fosse carente di fondamento giuridico, affetto da illegittimità e, soprattutto, lesivo di principi costituzionali cardine.
La sentenza argomenta inequivocabilmente che l’adozione di tali misure eccezionali non fosse giustificata da alcuna situazione di emergenza oggettiva, né supportata da elementi nuovi e pertinenti.
Questa constatazione è cruciale: il TAR ha nettamente rifiutato la tendenza a trasformare strumenti previsti per l’eccezionalità in prassi consolidate, un fenomeno pericoloso per la tenuta stessa del sistema democratico.
La pronuncia del TAR trascende il caso specifico delle “zone rosse” napoletane.
Essa incarna una difesa vigorosa del primato della Costituzione e un netto contrasto a qualsiasi forma di arbitrio amministrativo.
I legali che hanno promosso il ricorso, Andrea Chiappetta e Stella Arena, sottolineano come la sentenza ristabilisca l’equilibrio tra l’azione amministrativa e i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
Il cuore della questione risiede nell’affermazione che nessuna direttiva ministeriale, per quanto autorevole, può derogare, anche di fatto, ai principi costituzionali di uguaglianza, legalità, presunzione di innocenza e proporzionalità.
Questa è una pietra miliare: il potere amministrativo, pur nell’esercizio di funzioni essenziali per l’ordine pubblico, deve sempre rimanere vincolato alle garanzie costituzionali.
I consiglieri municipali di Napoli, Chiara Capretti e Pino De Stasio, condividono questa interpretazione, definendo la sentenza una “bocciatura senza appello” per coloro che hanno utilizzato lo stato di emergenza come scusa per eludere il confronto democratico e marginalizzare il ruolo delle istituzioni locali.
La decisione del TAR restituisce, quindi, centralità al diritto e visibilità ai territori, richiamando l’amministrazione a un rapporto più trasparente e partecipativo con la cittadinanza.
La sentenza non è solo una vittoria legale, ma un richiamo a una gestione del potere più responsabile e coerente con i valori fondanti della Repubblica Italiana.