sabato 2 Agosto 2025
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Dazi a rischio 5.000 posti di lavoro nelle Marche: allarme Ires Cgil

La recente imposizione di dazi del 15% sta proiettando un’ombra di incertezza sul tessuto economico marchigiano, con potenziali ripercussioni occupazionali di portata significativa.

Secondo un’analisi elaborata dall’Ires Cgil Marche e divulgata dal segretario generale Giuseppe Santarelli, si stima che circa 5.000 posti di lavoro siano a rischio in settori chiave per l’economia regionale.
La vulnerabilità di questi posti di lavoro non è casuale, ma riflette una condizione strutturale: la producibilità di beni, in questi specifici comparti – meccanica, chimica, farmaceutica, tessile-moda e agroalimentare – caratterizzati da un grado di standardizzazione che li rende facilmente sostituibili sul mercato internazionale.

Questa intercambiabilità espone le aziende marchigiane a una competizione più accesa e a una maggiore sensibilità alle fluttuazioni delle politiche commerciali.
L’impatto non si limita alla perdita di opportunità di lavoro, ma rischia di innescare un circolo vizioso che potrebbe compromettere la crescita del Prodotto Interno Lordo regionale.

Un calo della produzione, a sua volta, implica una riduzione degli investimenti, una diminuzione del reddito disponibile per le famiglie e una contrazione della domanda interna.

Il rischio, paventato da Santarelli, è quello di una recessione, con conseguenze potenzialmente durature per l’intera comunità.
L’analisi Ires Cgil Marche evidenzia l’urgenza di interventi mirati a mitigare gli effetti negativi dei dazi.
Non si tratta semplicemente di un problema congiunturale, ma di una sfida strutturale che richiede una risposta strategica.
Servono misure di sostegno alle imprese per favorire l’innovazione, la diversificazione della produzione e l’apertura verso nuovi mercati.

Parallelamente, è fondamentale investire nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori, per prepararli alle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro in evoluzione.
La situazione attuale sollecita una riflessione approfondita sulle dinamiche dell’economia globale e sulla necessità di politiche commerciali più eque e sostenibili.
La dipendenza da specifici mercati e la vulnerabilità dei settori a maggiore intensità di lavoro richiedono un ripensamento delle strategie di sviluppo regionale, orientate a una maggiore resilienza e a una crescita inclusiva.

La salvaguardia dell’occupazione e la promozione della prosperità economica marchigiana dipendono dalla capacità di affrontare questa sfida con determinazione e lungimiranza.

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