L’economia campana si appresta a subire un impatto significativo, quantificabile in circa 268 milioni di euro, a seguito dell’implementazione dei dazi statunitensi del 15% sulle importazioni.
Le proiezioni dello Svimez delineano uno scenario di contrazione, equivalente a una riduzione del 14% delle esportazioni regionali, con ripercussioni immediate sul Prodotto Interno Lordo.
Si prevede una diminuzione del PIL di 196 milioni di euro, traducendosi in un arretramento dello 0,1%, un dato che, pur non drammatico in termini assoluti, segnala un rallentamento della crescita e una potenziale erosione della competitività.
Le conseguenze non si limitano ai dati macroeconomici; si estendono al tessuto occupazionale, con una previsione di perdita di 3.516 posti di lavoro, corrispondente a una contrazione dello 0,18% della forza lavoro regionale.
Questo dato, seppur parziale, sottolinea la vulnerabilità di settori strategici, esposti alle fluttuazioni dei mercati internazionali e alle politiche commerciali protezionistiche.
L’analisi settoriale rivela una distribuzione disomogenea dell’impatto.
L’agribusiness, pilastro dell’economia campana, è destinato a registrare le perdite più consistenti, con una riduzione di 123 milioni di euro.
Questo risultato riflette la sensibilità del settore primario alle barriere commerciali e alla concorrenza internazionale.
A seguire, la siderurgia, con un calo di 46 milioni, evidenzia la difficoltà di mantenere competitività in un contesto di accresciuta protezionismo.
Il comparto automotive, cruciale per l’indotto industriale regionale, patirà una contrazione di 33 milioni, a testimonianza della stretta interdipendenza con i mercati esteri.
Anche i settori tessile e abbigliamento, farmaceutica e chimica, meccanica, altri mezzi di trasporto e mobilio, sebbene in misura minore, subiranno ripercussioni negative, con perdite rispettivamente di 16, 13, 11, 10 e 5 milioni di euro.
Questo scenario complesso richiede un’analisi approfondita delle cause strutturali alla base della dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti e sollecita l’adozione di politiche mirate a diversificare i mercati di sbocco, a promuovere l’innovazione tecnologica e a rafforzare la resilienza del sistema produttivo campano, mitigando gli effetti negativi derivanti da eventi geopolitici e cambiamenti nelle politiche commerciali globali.
La sfida per la regione è quella di trasformare questa crisi in un’opportunità per riposizionarsi in un contesto economico internazionale in continua evoluzione.