sabato 2 Agosto 2025
26.9 C
Catanzaro

Satriano, arrestato imprenditore: sfruttamento lavorativo e estorsioni

Nel cuore del Catanzarese, a Satriano, si è consumata una vicenda drammatica che svela una realtà di sfruttamento lavorativo e abuso di potere, culminata nell’arresto domiciliare di un imprenditore.
L’operazione, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Soverato in collaborazione con il Nucleo Ispettorato del Lavoro, è il risultato di un’indagine complessa avviata a gennaio 2024, innescata da una denuncia coraggiosa presentata da due lavoratori.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, accusa l’imprenditore di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro e estorsione, reati perpetrati ai danni di persone vulnerabili e in una posizione di profonda dipendenza.

Contestualmente all’arresto, l’attività commerciale dell’imputato è stata posta sotto sequestro, un provvedimento mirato a interrompere immediatamente il flusso di sfruttamento e a tutelare potenziali vittime.

Le indagini hanno portato alla luce un quadro inquietante.
I lavoratori, formalmente assunti con contratti a tempo parziale che prevedevano una durata massima di quattro ore giornaliere, venivano costretti a lavorare per dieci ore al giorno, un carico di lavoro eccessivo e insostenibile.

La discrepanza tra le mansioni descritte nel contratto, che prevedevano un impiego come addetti alle pulizie, e le reali attività svolte, che includevano mansioni di cassiere e commesso, evidenzia una manipolazione deliberata volta a ottenere prestazioni lavorative superiori a quelle pattuite e a eludere gli obblighi contrattuali.
La rigidità e l’arbitrarietà delle regole imposte rappresentano un ulteriore elemento di coercizione.

I dipendenti erano soggetti a limiti stringenti sull’assenza dal lavoro, con un massimo di soli tre giorni mensili, senza possibilità di concessione di permessi o ferie.

Ogni giorno di assenza veniva infatti decurtato dallo stipendio, creando una pressione psicologica volta a scoraggiare qualsiasi richiesta di pausa o riposo.
La situazione si aggravava con la mancata erogazione dei contributi previdenziali, privando i lavoratori di importanti garanzie per il futuro.
L’aspetto più aberrante è la coercizione economica: i dipendenti erano costretti a restituire una parte del loro stipendio in contanti, pena il licenziamento immediato.
Questo meccanismo di estorsione, mascherato da una presunta gestione contabile, ha creato una situazione di dipendenza totale e ha impedito ai lavoratori di denunciare le condizioni di sfruttamento.
L’arresto dell’imprenditore e il sequestro dell’attività commerciale rappresentano un segnale forte contro un fenomeno che, purtroppo, si insinua in diverse realtà produttive, e un monito per la necessità di vigilanza costante e di tutela dei diritti dei lavoratori.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -